Rintracciati ieri due dei tre minorenni evasi domenica pomeriggio dall’Ipm di Casal del Marmo a Roma. La fuga dal carcere dei due 17enni di nazionalità tunisina è durata circa 24 ore: uno è stato rintracciato a L’Aquila e l’altro alla stazione Termini. All’appello mancava il 15enne scappato con loro durante una rissa scoppiata intorno alle 17.30 nel carcere minorile.
Questa mattina, intorno alle 11.30, però il ragazzo è stato bloccato dai carabinieri della compagnia di Roma Centro nel parco di Colle Oppio. Il minore è stato portato in caserma e attraverso l’esame delle impronte digitali è stata confermata l’identità. Il 15enne evaso dall’Istituto Penale Minorile Casal del Marmo, lo scorso 21 luglio è stato quindi arrestato come avvenuto per gli altri due già rintracciati.
Detenuti evasi dal carcere minorile di Roma, rintracciati due su tre
Per riuscire ad evadere i tre avrebbero approfittato dei momenti di concitazione per trovare una via di fuga e scavalcare il muro di cinta, pare arrampicandosi su un armadietto, ma i detenuti potrebbero invece aver utilizzato delle reti per materassi per riuscire a passare oltre le mura. Certamente una fuga rocambolesca ripresa dalle telecamere di sicurezza. Sono quindi scattate le ricerche con foto segnaletiche diramate a tutte le forze di polizia di pattuglia sul territorio.
Il primo, riporta LaPresse, ad essere stato localizzato è stato il detenuto in fuga verso L’Aquila, rintracciato alla stazione dove sarebbe arrivato in treno dalla Capitale. Poco dopo l’altro 17enne è stato arrestato alla stazione Termini da agenti del commissariato Viminale e Polfer.
I costi per le ricerche e il potenziamento della sicurezza
“Per una serie di ragioni, – dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria – non avevamo e non abbiamo molti dubbi sul fatto che i fuggiaschi, tutti minori, vengano ripresi e ricondotti in carcere in breve tempo. Di solito questi ragazzi non godono di appoggi esterni e non di rado sono gli stessi familiari che li inducono a costituirsi. Questo, però, non cancella le falle del sistema le quali, al contrario, vengono ancor più evidenziate dalla certificazione che non si tratti di fughe organizzate. Insomma, basta deciderlo estemporaneamente e si può evadere con evidente facilità”.
“Occorrerebbe poi – continua il sindacalista – interrogarsi su quanto costa un’evasione anche in termini di spese per le ricerche e tutto ciò che ne consegue. Somme che, evidentemente, sarebbe più proficuo investire in politiche di potenziamento della sicurezza, a partire dagli organici della Polizia penitenziaria mancanti di 18mila unità”
“Ma evidentemente il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo tutto, da cui non si sente una parola quando si verificano questi accadimenti, preferiscono pensare ad altro senza voler rendersi conto che la situazione, alle condizioni date, è destinata a sfuggire completamente di mano” conclude De Fazio.