Un Codice identificativo nazionale (Cin) assegnato dal Ministero del Turismo per certificare le strutture che sono in regola nel settore degli affitti brevi e turistici in Italia. È une delle novità che verranno introdotte dopo il 1 settembre, a conclusione della fase pilota della creazione della Banca dati delle strutture ricettive (Bdsr), che ha l’obiettivo di raccogliere tutte le strutture presenti sul territorio nazionale comprese quelle extralberghiere e gli appartamenti destinati alla locazione breve.
A oggi, le regioni ad aver aderito alla fase sperimentale della Banca Dati Strutture Ricettive (BDSR) sono sette. Dopo Puglia, Veneto, Abruzzo, Calabria, Lombardia e Marche si è aggiunta anche la Sicilia. Come spiegato dal Ministero del Turismo, “le disposizioni inerenti alla BDSR saranno applicabili solo a partire dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’avviso di entrata in funzione della banca dati a livello nazionale, prevista non oltre il 1° settembre 2024. In questa prima fase di sperimentazione, quindi, non si incorrerà in sanzioni, ed è consentito di adeguarsi agli obblighi correlati al CIN”.
Affetti brevi con Bsdr e Cin, cosa cambia
La Banca dati delle strutture ricettive (Bdsr) è gestita dal Ministero del turismo e raccoglierà tutte le strutture presenti sul territorio nazionale comprese quelle extralberghiere e gli appartamenti destinati alla locazione breve.
L’altra novità nel settore degli affitti brevi e turistici in Italia è il Codice Identificativo Nazionale (Cin), assegnato automaticamente dal Ministero del Turismo su richiesta del locatore o del titolare della struttura ricettiva. Gli appartamenti dotati di bollino Cin sono in regola dal punto di vista urbanistico e catastale, e i proprietari gestiscono tutte le obbligazioni legali, dall’identificazione dei clienti al versamento dell’imposta di soggiorno al Comune. Gli appartamenti privi di bollino non potranno essere pubblicizzati e saranno soggetti a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate se messi sul mercato.
Il numero di Codici Identificativi Nazionali (Cin) assegnati a fine giugno ha raggiunto quota 2.766. Secondo l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (Aigab), solo 640 mila delle seconde case non utilizzate degli italiani, che sono in totale circa 9,6 milioni, sono entrate nel circuito degli affitti brevi, rappresentando quindi solo l’1,8% delle abitazioni nazionali.
Cosa rischia, invece, chi affitterà in assenza del Cin? Una multa da 800 a 8.000 euro, a seconda delle dimensioni della struttura o dell’immobile. La mancata esposizione del bollino negli annunci comporterà una sanzione da 500 a 5.000 euro e l’immediata rimozione dell’annuncio stesso.