A rischio il “Pratone” di via Teulada, quello che viene considerato “l’ultimo prato di Prati”. E proprio in un momento in cui si parla tanto di attenzione all’ambiente, sembra paradossale che un bene collettivo come quello della Riserva Naturale di Monte Mario oggi sia stato protagonista del sit-in organizzato sotto la sede della Regione da comitati, associazioni di quartiere e semplici cittadini.
“Siamo qui in difesa del Pratone. Basta consumo di suolo, sì a spazi verdi per i cittadini” ha detto Jacopo Scatà, assessore al Commercio del Municipio I.
La manifestazione è avvenuta in concomitanza con la firma dell’accordo tra i ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Lazio e Roma Capitale per l’ampliamento del Tribunale e di piazzale Clodio. Un accordo definito sbagliato nei contenuti e nella forma da chi per primo ha firmato una mozione proposta nel 2022 e votata all’unanimità.
“Nei contenuti è sbagliato perché si va ad allargare la cittadella giudiziaria a danno di un parco naturale, uno degli utili polmoni verdi nel cuore di Roma, e si fa senza tenere conto del fatto che esistono tanti altri spazi da riutilizzare senza consumare del nuovo suolo. Dal punto di vista formale si fa un obbrobrio giuridico perché la giunta regionale ha aderito a questo protocollo e ha fatto partire il nuovo iter senza tenere conto che per cambiare l’assetto di quell’area è necessaria una delibera del consiglio regionale che cambi la perimetrazione del parco e che cambi la destinazione di quello spazio” ha dichiarato Valentina Grippo, deputata di Azione e prima firmataria della mozione.
Pratone, un duro colpo per i residenti
Un duro colpo per i residenti della zona, e non solo, che invece del cemento, avrebbero preferito del verde.
“Vogliamo difendere anche un solo centimetro quadrato del Pratone di Teulada perché riteniamo che sia uno spazio verde fondamentale per il quartiere, per tutti i cittadini. Noi lo difendiamo e pensiamo che si possa ampliare la cittadella giudiziaria in altro modo. Chiediamo di essere inseriti al tavolo tecnico per discutere la ricaduta sul territorio”. Così ha dichiarato Lorenza Bonaccorsi, presidente Municipio I.
Cittadini, comitati e associazioni si oppongono a quella che viene definita un’operazione scellerata. A manifestare di fronte la Regione c’era chi ritiene che questo protocollo non salvaguardi il Pratone e che ha voluto evidenziare come ci siano delle alternative valide da prendere in considerazione.
“Siamo qui con tantissimi comitati per preservare l’ultimo Prato di prati, un punto di verde a tutela di tutti quanti i cittadini, non solo dell’ambiente, ma anche della salute – ha detto Flavia De Gregorio, consigliera comunale -. Dobbiamo farlo perché non ci sia cementificazione, la città giudiziaria può sportarsi in altri punti: ci sono due caserme vuote adiacenti che potrebbero essere utilizzate dal ministero della giustizia. Oggi sono tutti quanti presenti: governo, Parlamento, Regione e anche il Comune di Roma.”
“Siamo qui per manifestare per l’ennesima volta la nostra contrarietà al progetto di ampliamento della città giudiziaria di piazzale Clodio nel pratone di via Teulada incluso nella riserva naturale di Monte Mario – ha raccontato Luisa Sodano, presidente Insieme 17 -. Il pratone è vincolato, non vi si può edificare e se si edificasse qualcosa nell’area di piazzale Clodio sarebbe comunque un gravissimo danno essendo quella un’area ad alta vulnerabilità ambientale climatica ed essendoci delle alternative a questa nuova edificazione.”
“Abbiamo richiesto il presidio perché sostanzialmente è fondamentale che i cittadini comprendano l’importanza di un bene collettivo come può essere il Pratone, 4 ettari di Riserva di Monte Mario a rischio cementificazione. Siamo qui per chiedere al sindaco Gualtieri di non firmare il protocollo, quindi dare un segnale forte di accordo con tutte le associazioni ambientaliste che stanno chiedendo con forza di non cementificare” ha detto Paola de Vecchis, presidente di Trionfalmente 17.