Sono nomi importanti quelli investiti dall’imponente operazione delle forze dell’ordine di martedì 9 luglio a Roma: Antonio Nicoletti, figlio di Enrico Nicoletti, ex esponente della banda della Magliana, e Vincenzo Senese, figlio del boss della camorra romana Michele Senese, sono tra i 18 arrestati nel blitz condotto dalla Direzione Investigativa Antimafia (Dia) e dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Roma.
Il blitz della Dia a Roma
L’operazione ha portato anche al sequestro di beni per un valore complessivo di 131 milioni di euro. Tra gli arrestati figurano anche il produttore cinematografico Daniele Muscariello e il manager musicale Angelo Calculli, oltre a Roberto Macori e Salvatore D’Amico.
L’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Ilaria Calò, ha svelato l’esistenza di due organizzazioni criminali che riciclavano enormi somme di denaro, infiltrando attività imprenditoriali apparentemente legali in vari settori come il cinema, l’edilizia, la logistica, il commercio di auto e di idrocarburi.
I dettagli dell’inchiesta
L’operazione della Dia e Dda di Roma ha portato alla luce un sistema criminale ben strutturato, con due organizzazioni distinte che operavano nel riciclaggio di ingenti profitti.
Le indagini, durate diversi mesi, hanno permesso di raccogliere prove significative che dimostrano come questi gruppi siano riusciti a infiltrarsi in numerosi settori economici, utilizzando aziende apparentemente legali per mascherare le loro attività illecite.
Le presunte responsabilità degli arrestati
Tra gli arrestati nel blitz figurano anche nomi noti nel mondo dello spettacolo e dell’imprenditoria. Angelo Calculli, manager musicale di rilievo, e Daniele Muscariello, produttore cinematografico, sono finiti in manette con l’accusa di essere coinvolti nel sistema di riciclaggio di denaro.
Secondo le indagini, avrebbero utilizzato le loro posizioni per facilitare il passaggio di denaro sporco attraverso canali apparentemente legittimi, sfruttando la loro rete di contatti e la loro influenza nel settore dell’intrattenimento.
Il coinvolgimento di Antonio Nicoletti e Vincenzo Senese rappresenta un elemento chiave nell’inchiesta. Figli di noti esponenti del crimine organizzato, i due avrebbero continuato l’eredità dei loro padri, operando all’interno delle organizzazioni criminali con ruoli di rilievo.
Le indagini hanno rivelato che Nicoletti e Senese gestivano parte delle operazioni di riciclaggio, utilizzando società di copertura per spostare i profitti illeciti e reinvestirli in attività legali. Questo modus operandi ha permesso loro di creare una rete complessa e difficile da smantellare senza un’indagine approfondita.