Il cinema unisce grandi e piccini, permette di viaggiare nel tempo, fa sognare anche i più realisti. Ma quando il cinema diventa protagonista di storie di cambiamento, di crescita e – soprattutto – di speranza, allora il “ciak si gira” da inizio ad un film estremamente potente, tanto da varcare ogni tipo di confine. Ed è proprio di storie piene di umanità che si parla sotto la tenda mauritana del Cinéma du Désert che colpisce i visitatori del Codeway Expo 2024, evento che si tiene dal 15 al 17 maggio alla Nuova Fiera di Roma.
«Arriviamo nei villaggi, montiamo questo gigantesco schermo e lì proiettiamo film e documentari educativi. – ha detto Luca Iotti, presidente di Bambini nel Deserto – In Africa abbiamo parlato di ambiente, di mutilazioni genitali femminili, abbiamo parlato di quello che può essere in realtà l’Africa, la strategia alternativa alla migrazione. L’Africa ha delle enormi potenzialità come continente e attraverso il nostro operato cerchiamo di permettere alle persone di vivere degnamente e decorosamente nel loro paese.»
Il Cinéma du Désert si muove grazie al camion che porta nei luoghi più remoti e inaspettati un fondamentale strumento di comunicazione e di sensibilizzazione, come il cinema, per di più il tutto alimentato ad energia solare. Ma non solo: assieme ai tanti soci e volontari di Bambini nel Deserto, un’organizzazione che interviene in tutti i settori della Cooperazione Internazionale e delle Emergenze Umanitarie, in 24 anni di attività sono arrivati a lavorare in 18 paesi cercando di apportare il proprio personale cambiamento e miglioramento.
«In Burkina Faso, ad esempio, abbiamo aperto una scuola per meccanici da moto da più di 10 anni e ogni anno, su dieci ragazzi che completano il corso, 7 trovano lavoro a Ouagadougou, nella loro città, come meccanici – continua Luca Iotti -. Abbiamo un altro progetto simile: una scuola di formazione in Senegal di falegnameria. Ci apprestiamo ad aprire altre scuole di formazione che hanno una particolarità: subito dopo che è finito il corso avviamo un’impresa con i ragazzi che hanno partecipato al corso per dare loro continuità. Trasformiamo la scuola in una struttura economica che dà lavoro per loro, per le loro famiglie e per tutta la comunità.»
«Il bello di questo lavoro – continua il presidente Iotti – sono le soddisfazioni che ti dà e che sono veramente tante. Altre volte, invece, ci sono le straordinarie delusioni che ti può dare perché naturalmente, come non tutte le ciambelle riescono col buco, nemmeno tutti i progetti di cooperazione. Però, in questi anni ci siamo veramente resi conto che lavorare insieme agli altri per gli altri ci rende delle persone migliori. Io sono sicuramente molto cambiato grazie alla cooperazione internazionale.»