Dopo il botta e risposta tra Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, e gli organizzatori del Roma Pride, la polemica non accenna a spegnersi. Il nodo è lo stesso dello scorso anno: la Regione dice no al patrocinio dell’evento se quest’ultimo avrà al centro il tema della maternità surrogata. Ma gli organizzatori del Pride precisano: “Non avevamo intenzione di chiedere niente a Rocca”.
Roma Pride, ancora polemica
L’assessore alla Cultura, alle Parti opportunità, alle Politiche giovanili e della Famiglia e al Servizio civile della Regione Lazio, Simona Baldassarre ha dichiarato in merito: “Le parole del portavoce del Roma Pride contro la Regione Lazio e il presidente Rocca sono gravi, violente e pretestuose. Questa maggioranza non è contro i diritti e non vuole discriminare nessuno, ma non può avallare manifestazioni che oggettificano i corpi e che rivendicano pratiche illegali che puntano alla mercificazione dei bambini”.
E ancora: “Eludere questo tema è la dimostrazione del carattere pretestuoso di queste polemiche, e minacciare di vilipendere il logo della Regione Lazio, che rappresenta tutti i cittadini, raffigurandolo a testa in giù su qualche volantino, prova l’aggressività di queste rivendicazioni, che strumentalizzano i diritti per polemiche politiche di basso cabotaggio. Rispetto al merito e ai toni usati dal portavoce, questa Giunta rispedisce al mittente ogni accusa ribadendo il suo no a tutte le discriminazioni e ai mercanti di bambini”, conclude l’assessore Simona Baldassarre.
In una nota la consigliera regionale del Partito Democratico Marta Bonafoni, presidente della XIII Commissione “Trasparenza e pubblicità” fa sapere: “Giusta la decisione degli organizzatori del Roma Pride, di non chiedere il patrocinio alla Regione Lazio per l’edizione 2024 che celebra anche i 30 anni della manifestazione. Le parole pronunciate dal presidente Rocca nei giorni scorsi, in occasione della conferenza stampa per il primo anno della sua amministrazione, confermano un approccio che non condividiamo: i diritti devono procedere per sommatoria e non per sottrazione, i distinguo non sono accettabili”.
Prosegue: ”Un approccio mostrato non solo in occasione della decisione assunta lo scorso anno proprio in occasione del Roma Pride, ma anche con la bocciatura delle nostre proposte in Consiglio regionale per proseguire le azioni messe in campo nel corso delle precedenti legislature nella lotta alle discriminazioni e per una Regione schierata con convinzione dalla parte delle libertà di tutti e tutte”.
Conclude Bonafoni: “Chissà se il presidente Rocca almeno accetterà l’invito a lui rivolto da Mario Colamarino, di scendere comunque in piazza il 15 giugno, per comprendere l’importanza di una manifestazione che in questi trent’anni con le sue rivendicazioni ha contribuito a rendere le nostre città e le nostre comunità più belle, aperte e rispettose dei diritti di tutte e tutti. Sarebbe un primo segnale”.