Contro il razzismo all’interno degli stadi arriveranno nuove iniziative. Ad annunciarlo, ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, è il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi: “Bisogna sempre cercare di precedere la cronaca e non seguirla e quindi subirla”.
Ha aggiunto Abodi: “È il tempo degli interventi perentori, come è stato fatto a Udine. In poche sono stati individuati i responsabili e sono state allontanate dallo stadio. Vorrei sottolineare la correttezza e la tempestività della società dell’Udinese, tra le più impegnate dal punto di vista della responsabilità sociale”.
Ha concluso il ministro sul tema: “I responsabili non potranno più entrare allo stadio: in parte mitigherà l’amarezza, ma non limiterà il rischio che episodi di razzismo si ripetano ancora. Bisogna essere efficaci, tempestivi, le norme ci sono, se sarà necessario vedremo cosa fare ulteriormente, ci sono delle proposte, le stiamo facendo insieme al ministro dell’interno Piantedosi”.
Razzismo negli stadi, a gennaio chiusa la curva della Lazio
Un mese fa, dopo la gara interna contro il Lecce, la curva nord della Lazio è stata chiusa per un turno per dei cori razzisti rivolti ai calciatori del Lecce Banda ed Umtiti, come ha scritto nel comunicato il giudice sportivo: “Ripetuti cori espressione di discriminazione razziale nei confronti dei calciatori del Lecce Banda ed Umtiti”.
Il giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea, nel comunicato ha fatto riferimento al “referto arbitrale e alla relazione dei collaboratori della Procura federale nella quale, tra l’altro, si riferisce che durante l’intera gara i sostenitori della società Lazio, assiepati nel settore ‘ospiti distinti sud-est’, si rendevano responsabili nella quasi totalità (circa 1.000 dei 1.072 occupanti), di ripetuti cori espressione di discriminazione razziale nei confronti dei calciatori del Lecce Banda e Umtiti”.
“Considerato – prosegue il giudice sportivo – che i cori venivano percepiti da tutti e tre i collaboratori della procura, opportunamente posizionati anche in parti dell’impianto distanti dal Settore sopradetto; considerato che in base alla suddetta relazione tali comportamenti sono attribuibili alla tifoseria della società Lazio che nelle gare casalinghe occupa il settore denominato “Curva Nord” dello Stadio Olimpico di Roma; ritenuto che, in ragione della gravità, della dimensione e della percezione reale del fenomeno, tale anche da costringere il direttore di gara ad interrompere il giuoco per permettere l’effettuazione, da parte dello speaker, del messaggio previsto in caso di cori di discriminazione razziale, i predetti comportamenti assumono rilevanza disciplinare a norma dell’art. 28, n. 4, CGS; delibera di sanzionare la Lazio con l’obbligo di disputare una gara con il settore indicato dai collaboratori della Procura federale nella propria relazione, sulla base delle informazioni acquisite dal dirigente responsabile dell’ordine pubblico, privo di spettatori”.
Cori stigmatizzati dalla stessa Lazio in una nota in cui “condanna chi si è reso protagonista di questo gesto deprecabile, vergognoso e anacronistico”, annunciando che “offrirà come sempre la massima collaborazione alle autorità per individuare i responsabili”.