“Il saluto fascista rientra nel perimetro punitivo della ‘legge Mancino’ quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico”. Ad affermarlo è l’avvocato generale della Cassazione Pietro Gaeta durante il suo intervento all’udienza in corso oggi davanti alle Sezioni Unite della Suprema Corte, chiamate a esprimersi sulla questione dei saluti romani compiuti durante una commemorazione organizzata nel 2016 a Milano, per la morte Enrico Pedenovi, Sergio Ramelli e Carlo Borsani.
Saluto romano reato? La risposta della Cassazione
Il saluto romano è un reato? La domanda si è fatta attuale da quando, pochi giorni fa, un gruppo di persone ha fatto il saluto fasciata a Roma, ad Acca Larentia. In merito, oggi, si sono espresse le sezioni unite della Cassazione per mettere il punto su una questione su cui finora si sono susseguiti diversi orientamenti.
L’avvocato generale della Cassazione Pietro Gaeta ha detto in merito: “Acca Larenzia con 5mila persone è una cosa diversa da quattro nostalgici che si vedono davanti a una lapide di un cimitero e uno di loro alza il braccio. Bisogna distinguere la finalità commemorativa con il potenziale pericolo di ordine pubblico. La nostra democrazia è forte e sa distinguere”.
“E’ ovvio che il saluto fascista sia un’offesa alla sensibilità individuale ma diventa reato quando realizza un pericolo concreto per l’ordine pubblico”. Ha poi concluso il pg di Cassazione: “Non possiamo avere sentenze a macchia di leopardo in cui lo stesso gruppo viene condannato da un tribunale e assolto da un altro”.