Ben 46 gatti vivevano in un appartamento a Roma, in zona Rebibbia, in pessime condizioni igieniche. Una ventina erano tenuti nella casa tra feci e urine, gli altri invece erano rinchiusi di una grossa gabbia costretti a vivere tra i propri escrementi.
Così li hanno trovati gli esperti di Stop Animal Crimes Italia – ente nazionale di denuncia dei crimini contro gli animali – intervenuti insieme alla Polizia in seguito ad una segnalazione.
Roma, 46 gatti sequestrati in una casa a Rebibbia: metà chiusi in una gabbia
Una volta all’interno dell’appartamento le guardie zoofile Pegasus e personale qualificato di Stop Animal Crimes Italia, hanno accertato la presenza di 46 gatti.
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Metà dei quali cuccioli, tenuti in parte nell’abitazione tra feci e urine, mobilio sporco e fatiscente. Metà degli animali sono stati ritrovati rinchiusi all’interno di una grossa gabbia costretti a vivere tra i propri escrementi e a ripararsi sotto pedane marcescenti.
La proprietaria è stata denunciata per maltrattamenti e uccisione di animali
Gli animali sono stati sottoposti a sequestro dalla Polizia Giudiziaria. Un gattino purtroppo, affetto da gravi patologie, è già deceduto. “Per questo – spiega l’ente – la proprietaria dell’appartamento in cui i gatti sono stati rinvenuti, è stata denunciata non solo per il reato di maltrattamento animali ma altresì per uccisione di animali quale conseguenza del maltrattamento, applicando l’aggravante prevista”.
Appello per trovare casa ai gatti
A parte 5 gattini a cui l’ente ha trovato una sistemazione presso una struttura, tutti gli altri “cercano una sistemazione idonea” ha spiegato la Stop Animal Crimes Italia che fa un appello ad associazioni e strutture autorizzate per trovare una collocazione ai mici.
“Il Comune di Roma non ha ancora dato la propria disponibilità a dare ricovero agli animali, pur notiziato dal giorno del sequestro, e la Polizia Locale e la Asl, interpellati il giorno stesso e i successivi, hanno affermato che non c’era disponibilità di posti” dichiara Stop Animal Crimes Italia in una nota.
“Questo evento – ha aggiunto l’ente – conferma una situazione generale di vuoto istituzionale; non riteniamo accettabile che un Comune come Roma non sia in grado di affrontare una emergenza di questo tipo, non sappia far fronte in tempi stretti alla collocazione di 40 gatti bisognosi, non abbia a disposizione strutture pronte ad intervenire”.
“Il disagio sociale che porta persone e famiglie a riverberare i loro problemi su animali, sviluppando fenomeni di accumulo patologico di gatti o cani, rappresenta un fenomeno connesso poco contrastato che incrementa poi situazioni come questa scoperta” aggiunge l’Ente.