Liliane Murekatete, la moglie dell’onorevole Aboubakar Soumahoro, è stata arrestata. La Procura di Latina ha ipotizzato i reati di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e auto riciclaggio in riferimento a una seconda inchiesta sulle cooperative per l’accoglienza dei migranti gestite dalla donna e dai suoi familiari.
Liliane Murekatete agli arresti domiciliari
In una nota, la Guardia di finanza ha spiegato: “Le cooperative Karibu e Consorzio agenzia per l’inclusione e i diritti Italia (in sigla Consorzio a.i,d. italia), nonché la Jambo Africa (per il tramite della Karibu) hanno percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito”.
Oltre a Liliane Murekatete, i militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad una misura cautelare per Marie Therese Mukamatsindo, suocera del parlamentare Aboubakar Soumahoro. Coinvolta anche una terza persona: un figlio della suocera del deputato, per cui è scattato l’obbligo di dimora.
Le parole di Liliane Murekatete
Il 30 novembre del 2022, Liliane Murekatete, compagna di Aboubakar Soumahoro coinvolta nello scandalo che ha travolto la cooperativa fondata da lei e sua madre, si sfogava all’Adnkronos per le accuse che riteneva false anche sul suo stile di vita: “Non sono Lady Gucci. Non mi farò diffamare. Porto tutti in Tribunale”.
Un anno fa la moglie di Soumahoro affermava: “Mi hanno consapevolmente e persistentemente diffamato, ai limiti dello stalking. Peraltro sono in aspettativa dall’aprile 2022 e sono in attesa della corresponsione degli arretrati. E ovviamente il sottotesto della narrazione esclude a priori l’ipotesi che possa esistere una donna africana benestante (e/o che possa diventarlo onestamente) e men che mai che essa possa contemporaneamente impegnarsi nelle questioni sociali”.
E ancora: “Posso capire, senza giustificarli, gli attacchi politici, ma la narrazione della maggior parte dei giornalisti è stata improntata ad un teorema fondato sulla colpevolezza certa e manifesta, con buona pace della presunzione di innocenza: colpevole io, colpevole mia madre, colpevole il mio compagno”.