Diversi episodi di violenze fisiche e psicologiche su giovani pazienti autistici e con ritardi psicomotori, sono emersi dall’indagine dettagliata che ha portato all’arresto di sette operatori socio-sanitari presso il Centro di Educazione Motoria (Cem) della Croce Rossa di via Ramazzini, Roma. Le vittime principali, un uomo e una donna, sono state sottoposte a ripetute vessazioni e maltrattamenti, culminando in due accuse di tortura. L’indagine, avviata dopo una denuncia, si è avvalsa di intercettazioni e riprese video che documentano chiaramente gli abusi avvenuti tra giugno e ottobre 2023.
Gli episodi di violenza su pazienti autistici al Centro Cem
Le violenze su pazienti autistici si sono protratte per mesi e hanno coinvolto pazienti in condizioni di estrema vulnerabilità. Come riporta il Messaggero, una giovane donna di 26 anni, identificata come “Martina” per proteggere la sua identità, è stata vittima di gravi abusi fisici e psicologici.
Martina, affetta da sindrome di Dravet e disturbi dello spettro autistico, è stata svegliata con schiaffi e minacciata di essere lavata con acqua bollente. In una delle numerose occasioni, un’operatrice l’ha insultata, colpita con una ciabatta e strattonata, dimostrando totale disinteresse per il suo benessere.
Le intercettazioni hanno registrato frasi come: “Sei una scema” e “Se hai una madre, è deficiente come te”.
Un altro giovane paziente, “Maurizio”, prossimo ai 24 anni e affetto da cerebropatia, ha subito schiaffi, pugni e insulti come “sei un pezzo di m…” da parte degli operatori. Anche in questo caso, le vessazioni si sono verificate in modo sistematico, provocando gravi conseguenze psicologiche e fisiche.
Gli abusi sui pazienti autistici
L’indagine è partita più di un anno fa, dopo che la Croce Rossa ha sporto denuncia ai carabinieri. Le autorità hanno avviato un’inchiesta approfondita, supportata da intercettazioni audio e video.
Le prove raccolte mostrano chiaramente i comportamenti abusivi di dieci operatori su pazienti autistici o con altre disabilità, cinque uomini e cinque donne di età compresa tra i 24 e i 56 anni. Gli abusi, registrati tra giugno e ottobre 2023, hanno rivelato una routine di violenze inflitte ai pazienti, incapaci di difendersi o denunciare le aggressioni.
Due operatori sono accusati di tortura, un reato grave che sottolinea l’intenzionalità e la crudeltà delle loro azioni. Le registrazioni hanno mostrato come le violenze avvenissero spesso alla presenza di altri pazienti, aumentando ulteriormente il livello di sofferenza e umiliazione.
Attualmente, sette operatori sono agli arresti domiciliari, mentre per altri tre è stata disposta la sospensione temporanea dall’attività lavorativa. L’accusa di tortura, rivolta a due degli indagati, rappresenta un caso raro e grave nel contesto dei maltrattamenti in ambito socio-sanitario. Il processo, che si trova ora nella fase preliminare, potrebbe portare a pene severe per i responsabili, con implicazioni significative per le istituzioni coinvolte.