“No” al biodigestore di Casal Selce. Continua questa ed altre battaglie (VIDEO)

“Il sindaco e la giunta continuano a perpetrare una forma di razzismo ambientale” dicono dai tanti comitati del “No” al biodigestore di Casal Selce. Viene definito così, nell’ultima manifestazione sotto il Campidoglio svoltasi il 7 dicembre scorso, l’atteggiamento adottato nei confronti dei cittadini di questa zona, che attendono con ansia la data dell’udienza al Consiglio di Stato relativa al ricorso contro l’impianto che l’amministrazione comunale vorrebbe far sorgere nell’area del tredicesimo municipio.

Il sindaco e la giunta continuano a perpetrare una forma di razzismo ambientale” dicono dai tanti comitati del “No” al biodigestore di Casal Selce. Viene definito così, nell’ultima manifestazione sotto il Campidoglio svoltasi il 7 dicembre scorso, l’atteggiamento adottato nei confronti dei cittadini di questa zona, che attendono con ansia la data dell’udienza al Consiglio di Stato relativa al ricorso contro l’impianto che l’amministrazione comunale vorrebbe far sorgere nell’area del tredicesimo municipio.

I comitati di zona di Casal Selce si sono mossi verso il Campidoglio per manifestare contro la politica del sindaco di Roma, nonché commissario straordinario, Roberto Gualtieri. In maniera particolare, in questo caso, si è riportata la contrarietà, che accomuna molti, nei confronti della costruzione del biodigestore. I residenti, preoccupati e spaventati dall’imminente ‘pericolo’, sono pronti ad arrivare fino alla Corte di Giustizia Europea se necessario per la causa. Sono disposti, quindi, ad arrivare fin là per difendere i terreni dove gli agricoltori quotidianamente svolgono il loro lavoro, terreni minacciati per così dire dal biodigestore che dovrebbe sorgere proprio lì.

È un intento, quello di insistere, che residenti e comitati hanno ribadito anche in occasione dell’ultima manifestazione, quella di sabato scorso, dove il grido di aiuto è stato rivolto al sindaco di Roma affinché ascoltasse le ragioni del “no”. Cittadini, insieme ai tanti comitati, hanno lamentato e lamentano l’inadeguatezza della scelta del sito per l’estrema vicinanza ai centri abitati, a scuole, con una viabilità inadatta e addirittura hanno anche proposto delle alternative che non sembrerebbero essere state prese in considerazione.

Sulla realizzazione del biodigestione a Casal Selce, per la produzione di gas metano, vorrei evidenziare la grandissima preoccupazione dei cittadini che vivono in questa zona, considerata anche la drammatica esplosione avvenuta tre giorni fa a Calenzano – racconta a Radio Roma Domenico Razza, presidente Comitato Difendiamo Casal Selce -. Ci dobbiamo interrogare con molta preoccupazione se un impianto di grandi dimensioni, con grandi serbatoi di gas metano, debba essere fatto così vicino alle case dal centro abitato di Casal Selce.

A preoccupare, sono tanti fattori, a partire dalla collocazione fino ad arrivare ai rischi che si corrono. “Le ultime perizie sulle distanze dalle abitazioni – continua il presidente Razza – hanno certificato che le case sono ad una distanza di 90 metri e ci sono tre scuole nel raggio di 600/700 metri. In caso di esplosione sarebbe una strage di dimensioni inimmaginabili. I biodigestori non sono impianti esenti da rischi. Ad un chilometro, abbiamo anche gli enormi depositi di carburante dell’ex raffineria di Roma, che è ancora attiva come deposito di carburanti, ed abbiamo ancora la discarica di Malagrotta, che produce del gas a rischio esplosione e che viene estratto ancora adesso dal sottosuolo. Non oso immaginare cosa possa succedere se dovessero accadere esplosioni in questa zona, con tutti questi impianti pericolosissimi che sono classificati ad incidente a rischio rilevante. E per di più sono tutti impianti nella Valle Galleria, dove si vuole insistere con ancora un altro impianto pericoloso per la salute dei cittadini.

L’attesa per l’udienza è tanta. “Io spero e confido che il Consiglio di Stato, nell’udienza del 19 dicembre, tenga nelle giuste considerazioni questa grave situazione circa la pericolosa localizzazione di questi impianti industriali, biodigestore con produzione di gas metano, attaccato alle case e vicino alle scuole.” E i cittadini sono sempre più preoccupati, come afferma anche la presidente del comitato di Casal Selce, Elisabetta Musso: “Dopo quello che è successo a Calenzano, abbiamo ancora più bisogno di attenzione. Purtroppo incidenti del genere, nei grandi impianti, possono sempre verificarsi. Immagina cosa potrebbe accadere se scoppiasse un serbatoio di biogas con le case a 100 metri! Noi siamo sempre più preoccupati!!

Casal Selce e non solo

Per i cittadini di Casal Selce, e non solo, quindi, è necessario interrogarsi sulla pericolosità di un impianto di grandi dimensioni, come quello pensato dal sindaco e dalla sua giunta. Ma in piazza, nella giornata di sabato, non c’erano solo i comitati che avversano il biodigestore: si sono riversate numerose e varie realtà che per una ragione o per un’altra credono necessaria un’inversione di rotta. Denominatore comune a tutti: esprimere contrarietà verso la politica di Gualtieri.

“Sabato la piazza ha mandato un messaggio chiaro a Gualtieri e alla sua maggioranza: così non va, occorre un’inversione di rotta – specifica Giuseppe Libutti, avvocato e attivista rete Caio -. Tante scelte che il sindaco Gualtieri prende con i poteri commissariali non sono condivise dalla popolazione, la quale per gran parte ritiene che tali grandi opere siano inutili. I cittadini non si rassegnano neanche al piano politico, a scendere in strada, a scendere nelle piazze per dire che occorre un’inversione di rotta.”

Il Campidoglio era pieno di persone con manifesti, striscioni e bandiere, tutte diverse. “Sabato c’erano tantissime realtà: quelle che contrastano i poteri speciali di Gualtieri e le sue opere, e quelle che contrastano una visione della città assolutamente non condivisa che va a braccetto con i grandi poteri di Roma e che dimentica, però, la gran parte della popolazione. C’erano i movimenti per l’abitare o quei movimenti in difesa della gestione del patrimonio pubblica.”

E prossimo appuntamento per parlare di una questione importante come la gestione del patrimoni pubblico, è il 14 dicembre re 10:30 presso la sede di Arci Nazionale. “A Roma – continua Lubutti – latita da una visione di gestione del patrimonio pubblico e per tale ragione, in assenza anche di un quadro di riferimento che possa dirci che idea ha sulla gestione del patrimonio questa giunta, ci vedremo il 14 dicembre dalle ore 10:30 presso la sede di Arci nazionale per discutere di una gestione realmente pubblica del patrimonio di proprietà di Roma Capitale.



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