Risse, furti, rapine e pregiudicati. Un bar di via Cesare Battisti nel centro di Roma resterà chiuso per 5 giorni su disposizione del Questore. Diversi gli interventi della Polizia nel locale vicino a piazza Venezia. L’ultimo episodio per una lite tra clienti. In quel caso, a chiamare il 112 non sarebbero stati i dipendenti, ma un avventore. All’arrivo sul posto gli agenti hanno inoltre scoperto che tra i partecipanti c’erano due persone con precedenti di polizia.
Risse, furti e rapine: chiuso bar a Roma, ritrovo di pregiudicati
Era ritrovo di persone pregiudicate, ma anche teatro di risse, furti e rapine. Motivi per i quali la polizia ha apposto i sigilli al bar che resterà chiuso per cinque giorni. Lo ha disposto il Questore di Roma in esito a ripetuti controlli effettuati dagli agenti del I Distretto Trevi Campo Marzio da cui sono emerse evidenti criticità connesse all’ordine e alla sicurezza pubblica. Il provvedimento di sospensione dell’autorizzazione comunale alla somministrazione di alimenti e bevande, notificato al titolare oggi 7 dicembre, è stato deciso dopo una serie di interventi delle volanti della Polizia di Stato e degli agenti del Distretto Trevi.
Lite tra clienti, un passante chiama i soccorsi
L’ultimo episodio è avvenuto lo scorso 19 novembre quando nel locale è scoppiata una rissa tra un gruppo di clienti. In quell’occasione, a segnalare la lite al numero unico di emergenza, 112, è stato un cliente. I dipendenti dell’esercizio invece, secondo gli inquirenti, non avrebbero fatto alcunché per ripristinare la calma. Solo una volta intervenuti gli agenti, la situazione è tornata alla tranquillità.
Durante gli accertamenti sono stati identificati due dei partecipanti alla lite violenta, peraltro risultati già gravati da precedenti di polizia. Inoltre, secondo quanto ricostruito dai poliziotti del I Distretto Trevi Campo Marzio, nella cui giurisdizione ricade il bar, anche nei mesi precedenti si sarebbero verificati più episodi di furti e rapine proprio all’interno dello stesso esercizio commerciale, “a riprova – spiegano gli investigatori – di come l’attività svolta da quest’ultimo favorisca la perpetrazione di condotte illecite ed aggressive e costituisca ricettacolo di persone con precedenti penali o comunque di polizia”.