Uniti in un’unica voce, i quattordici presidenti delle sezioni arbitrali di calcio del Lazio hanno deciso di fermarsi. Un documento congiunto sottoscritto da tutti i dirigenti segna una presa di posizione decisa contro la violenza sui direttori di gara. Per il prossimo fine settimana, non ci saranno designazioni arbitrali: il calcio dilettantistico laziale, dall’Eccellenza all’Under 14, sarà completamente bloccato.
Calcio laziale, gli arbitri si fermano
La decisione arriva dopo l’ennesimo episodio di aggressione, questa volta ai danni di un arbitro trentenne di Civitavecchia che nella vita è fisioterapista. L’arbitro stava arbitrando la partita Corchiano-Celere, valida per la terza categoria, girone A, quando è stato brutalmente aggredito. L’esito è drammatico: una frattura al capitello radiale del gomito sinistro e una prognosi di 30 giorni.
Con lo sciopero, gli arbitri vogliono lanciare un messaggio forte: basta tollerare comportamenti violenti sui campi di calcio. L’iniziativa punta a scuotere il mondo sportivo e a sollecitare misure concrete per proteggere chi scende in campo per garantire il rispetto delle regole.
Le parole di Pacifici
Il presidente dell’Aia Carlo Pacifici ai microfoni dell’Ansa ha dichiarato: “L’Associazione Italiana Arbitri, a tutela di tutti i propri 33 mila associati, assumerà ora dure prese di posizione per lanciare un segnale forte e tangibile contro questa deplorevole realtà, che si manifesta soprattutto nei campi di periferia a danno di giovani che, con il proprio impegno, permettono il regolare svolgimento dei Campionati dilettantistici e del settore giovanile. Un primo segnale partirà dal Lazio, regione dove si è registrato l’ultimo grave episodio, con un arbitro, impegnato in una partita di Terza Categoria, che a seguito di un’aggressione ha riportato la frattura di un braccio con una prognosi di 30 giorni. Un episodio che oltre ad avere conseguenze fisiche e psicologiche, le avrà anche a livello lavorativo essendo il giovane associato impossibilitato per alcune settimane a poter svolgere la propria professione di fisioterapista”.
Aggiunge Pacifici: “Il mondo del calcio e soprattutto le istituzioni si devono fermare a riflettere su un fenomeno che ha ripercussioni non solo sportive ma anche sociali. Non basta condannare il fenomeno bisogna agire subito per allontanare chi semina odio e violenza sui campi di calcio. Tutelare gli arbitri vuol dire tutelare il calcio. È quindi iniziata una riflessione e nelle prossime ore saranno definiti i dettagli di questa dura presa di posizione, definendone i modi e le forme, che potrà avere attuazione sui campi dilettantistici del Lazio. Non escludiamo inoltre iniziative di sensibilizzazione anche nei massimi campionati professionistici – conclude il presidente dell’Aia – per portare l’attenzione del grande pubblico su un tema che deve essere considerato un problema di tutti e non solo degli arbitri”.
