Operaio contaminato col plutonio, martedì prossimo l’ispezione alla Casaccia
Ospite in collegamento: Achille Cester, esperto radioprotezione 3° grado
Martedì prossimo l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare (Isin) tornerà al Centro ricerche della Casaccia, alle porte di Roma, per effettuare un nuovo sopralluogo nella struttura dove il 21 novembre un operaio di 59anni è risultato contaminato dal plutonio. Le sue condizioni sono al momento buone, tanto che l’uomo è già tornato in servizio; dovrà, tuttavia, evitare di entrare a contatto con la sostanza per almeno 3 mesi.
Come è già emerso dalla prima ispezione, il 27 novembre scorso, l’episodio sembra circoscritto ad una causalità. L’operaio si sarebbe contaminato nel corso della svestizione per inalazione alla fine del turno. L’allarme è scattato quando ha varcato i controlli in uscita, preceduto da altri cinque operai per i quali non è stato segnalato nulla. Dalle analisi effettuate gli è stata riscontrata una presenza di plutonio pari ad un anno di lavoro.
La Casaccia, il centro alle porte di Roma
La Casaccia appartiene all’Enea, l’ex istituto pubblico di ricerca sul nucleare, ora riconvertito ad ambiente ed energia. Nel centro alle porte della Capitale fino al 1987 si studiava la produzione di plutonio dall’uranio. Dopo che il paese è uscito dal nucleare, il plutonio è stato trasferito negli Stati Uniti. Nei macchinari del centro studi romano ne sono rimasti pochi grammi. Dal 2003 il laboratorio è stato passato in gestione alla Sogin, la società pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari.
Mentre si continua a profilare l’ipotesi della casualità, si attende, dunque, la prossima ispezione: le verifiche dovrebbero completarsi in breve tempo e nel caso dovessero emergere profili di natura penale verrà inviata una informativa ai magistrati della Procura di Roma per avviare un fascicolo di indagine.