Un incubo giudiziario durato 2589 giorni. Così l’ex senatore del Pd Stefano Esposito sintetizza sulle sue pagine social la decisione del giudice per le indagini preliminari di Roma, Angelo Giannetti, che ha archiviato la posizione dell’imputato nell’ambito della vicenda Bigliettopoli.
Secondo l’accusa, ci sarebbero stati scambi di favori con l’ex titolare dell’agenzia «Set Up Live», Giulio Muttoni, che organizzava e promuoveva concerti e spettacoli. Il procedimento era stato avviato dalla Procura torinese, poi spostato a Roma per questioni legate alla competenza territoriale. La Corte Costituzionale intervenne sulla vicenda e sottolineò come le intercettazioni telefoniche fossero illegittime.
Alla fine è stata la stessa Procura di Roma a sollecitare l’archiviazione. Esposito, che è stato anche ex assessore ai Trasporti nel Comune di Roma ai tempi di Ignazio Marino, ora su Facebook scrive:
“I reati ipotizzati – corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze – erano del tutto infondate: la Cassazione aveva già stabilito che la Procura di Torino, che aveva avviato l’indagine, non aveva la competenza territoriale, e la Corte Costituzionale ha condannato duramente l’uso illecito di intercettazioni nei miei confronti. Fine di un incubo”.