Achille Lauro: Odissea di un poeta dell’anima (VIDEO)

Il personaggio del giorno: Achille Lauro

Achille Lauro, nome d’arte di Lauro De Marinis, nasce a Verona, l’11 Luglio del 1990. Romantico, empatico, sensibile, audace e attento osservatore della realtà, è diventato oggi un simbolo anticonformista, non solo grazie alla sua musica, ma soprattutto per le sue performance.

Cresce a Roma, con la sua famiglia, quella che si è scelto da sempre. Con il padre, Nicola De Marinis, professore universitario e magistrato della Corte di Cassazione, ha avuto momenti conflittuali, che hanno segnato ingentemente la su infanzia. Con la madre invece, Cristina, attualmente dirigente della sua Holding ed etichetta discografica, ha un legame molto forte, ricco di sostegno, orgoglio e amore.

Le catene di un’infanzia difficile

Si iscrive al Liceo Classico, che lascia dopo pochi mesi, ed è proprio durante il pieno dell’adolescenza, che si avvicina alla musica e allo scenario underground della Capitale grazie al Fratello Federico, Producer della Crew Quarto Blocco. All’età di quattordici anni Lauro, dopo il trasferimento dei genitori, sceglie di andare a vivere con lui in una comune. Una comune di aspiranti artisti. Una comune segnata da esperienze difficili, con una bacinella sporca al posto del lavandino. Una comune macchiata per errore dal crudele inferno della microcriminalità, dai furti e da un incubo che sembrava non finire mai.

Mi alzai dal banco degli imputati. L’avvocato mi tirava per la manica per farmi capire che non dovevo parlare. Aveva l’aria impaurita, come se al posto mio ci fosse lui. L’aria di chi non sa come gestire una situazione. Ero stato 48 ore chiuso in una cella a pensare a cosa dire, Mi avevano fatto dormire con le luci accese, l’aria gelida e una coperta che puzzava […].
Avevo avuto giusto il tempo per cercare di non sembrare una cattiva persona: abbassandomi i capelli, togliendo quei bracciali dal polso e le collane dal collo, come fossero catene che mi imprigionavano in un’altra persona. Pensavo a mia madre, Pensavo quanto aveva fatto per evitarlo, quei lavori umilianti sperando di riuscire a darci di più… Ero davanti al bivio, Dante lo descrive come un’immensa voragine che si spalanca nelle viscere della Terra. […] Mi alzai in piedi e dissi: ‘Signor giudice, ho sbagliato’. E, mentre l’avvocato mi tirava per quella manica pensavo solo: ‘Io non voglio finire così’. Qualcuno lassù lo sentì. E incredibilmente il giudice mi salvò” – 16 Marzo: l’ultima notte – Achille Lauro.

Lauro, inizia così a scrivere le pagine della sua nuova vita. Una vita in cui “Nessuno si accorge quando hai bisogno di aiuto”. Trasferitosi a Milano, quando era in compagnia di estranei, fingeva di aver già pranzato, “perchè non avevo i soldi per pagarmi neanche un panino” – 16 Marzo: l’ultima notte.

Achille Lauro: armatore di un’arte anticonformista

Il suo nome d’arte trova le sue radici proprio nell’infanzia quando molti associavano il suo nome di battesimo ad Achille Lauro, il famoso armatore partenopeo. In qualche modo ha rivelato di essere anche lui un armatore, trasportando sulla sua nave, la musica, messaggi per tutte le generazioni. Ed è proprio con questo pseudonimo che pubblica il suo primo album nel 2012, “Barabba”, seguito poi da “Harvard”. Inizia ad essere notato dagli esponenti di punta dello scenario Romano, fino ad arrivare all’importante sodalizio artistico con Boss Doms, parte integrante anche delle performance al Festival di Sanremo.

Il suo obiettivo non è mai stato quello di vincere. Il suo obiettivo è sempre stato quello di performare, raccontare la sua musica, tramite gli aspetti più importanti di un linguaggio strepitoso: abiti, personaggi della storia, concetti. E’ stato definito trasgressivo. E’ stato definito pagliaccio e blasfemo, poi provocatore. Pochi comprendono. Molti giudicano un paio di tacchi, aggrappandosi al vortice nero delle etichette, che continuano costantemente a buttare giù il muro sociale della verità.

Il crollo del muro dei pregiudizi

Oggi, con una carriera ricca di successi, di percorsi musicali caratterizzati dalla bellezza delle parole, quelle pesate, quelle vere e un viaggio attraverso generi di ogni tipo, colpisce tutte le generazioni. Da tempo attendo al sociale, rende felici bambini, famiglie in difficoltà e spinge i giovani a realizzare i propri sogni, arrivando fino alle Nazioni Unite. Motiva, racconta e supporta. Proprio quello che avrebbe desiderato lui stesso avere in passato per intraprendere la strada giusta.

Placcato dai dischi di platino, ruoli importanti e ancora tanta voglia di imparare, ha conquistato il premio più importante, da parte di chi, conoscendolo, ha finalmente gettato via l’ imprudenza del giudizio e del pregiudizio.

Curiosità

  • Raccontando della sua infanzia, ha rivelato di ascoltare ogni tipo di musica, compresa quella classica;
  • Nei suoi momenti di incontro con giovani, Lauro ha fatto tappa nella sua infanzia contaminata da momenti critici, vicini a scenari pericolosi. Invita proprio per questo tutti loro “a non distruggere la loro vita”;
  • Ha scritto due libri, “Sono io Amleto” e “16 Marzo: l’ultima notte”.


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