La disgrafia consiste in Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), legato ad una serie di difficoltà nella realizzazione della scrittura. In Italia, non esistono stime precise e uniformi sulla prevalenza di tale disturbo. Quello che sappiamo è che circa il 3-4% della popolazione scolastica potrebbe essere colpita da diversi Disturbi dell’Apprendimento, tra cui anche la disgrafia.
La Legge 170/2010, riconosce i Disturbi Specifici dell’Apprendimento e stabilisce che tutti coloro che sono affetti da tale difficoltà, hanno diritto a specifiche misure comprensive e dispensative, anche durante il percorso scolastico. Qual è la differenza con la disortografia? In cosa consistono le misure comprensive? Come possono aiutare i genitori?
Patologia o Disturbo?
La Dottoressa Annalisa Peruzzi, Logopedista, afferma innanzi tutto che in entrambi i casi, non sono patologie. “Si definiscono Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Ci tengo ad iniziare proprio dalla Disgrafia: questa consiste in una scrittura delle lettere e dei numeri che non è di facile comprensione. La parte motoria quando noi scriviamo non è così comprensibile. Un classico esempio è quello del bambino che scrive come se fossero ‘delle zampe di gallina’. E’ chiaro che tali Disturbi Specifici dell’Apprendimento, tra cui la disgrafia e la distortografia, ci sono sempre stati. Negli ultimi anni sono stati molto studiati.
Quando ero bambina, non si sapevano queste cose, quindi ci si impegnava in un certo modo. Adesso invece, c’è una diagnosi ben stabilita, si fanno una serie di test per capire se si parla di disgrafia, disortografia, dislessia oppure discalculia. Ed è importante saperlo, perchè da lì poi parte il discorso della riabilitazione logopedica.”
Ciò che inoltre la Dottoressa tende a sottolineare è che tale disturbo, non ha nulla a che vedere con l’intelligenza, non tocca mai il sistema cognitivo. L’efficienza performativa di solito è notevole, è solo ed esclusivamente un fatto di “difficoltà di realizzazione motoria della scrittura a mano”. La disortografia, a differenza della disgrafia che è a carico della scrittura, è invece a carico dei processi grammaticali e formali di una lingua scritta.
I segnali precoci della disgrafia
Tra i principali campanelli d’allarme, un esempio lampante potrebbe essere quando il bambino non rispetta i margini. “Già questo lo possiamo notare dai quaderni del bambino, fin dalla prima elementare. Questi Disturbi Specifici dell’Apprendimento, non si diagnosticano prima della fine della seconda elementare, inizi della terza, perchè bisogna dare al bambino il tempo di acquisire determinati concetti. Il tempo dell’apprendimento è fondamentale! […] Altri segnali potrebbero essere quello della spaziatura tra una parola e l’altra, le lettere che si sovrappongono, la dimensione delle lettere […]”
Il supporto dei genitori
”La terapia non finisce mai – precisa Peruzzi – all’interno delle quattro mura della stanza riabilitativa, ma continua soprattutto al di fuori. I genitori possono dare una mano, e anche la scuola. Ormai è legge. Una volta che il bambino ha una diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ci sono le famose misure compensative e dispensative che fanno in modo che il bambino abbia le stesse possibilità di tutti gli altri. I genitori possono fare in modo anche di prevenire facendo praticare ai propri figli l’esercizio manuale. Soprattutto, dobbiamo togliere i cellulari dalle mani dai bambini! perchè questo ha portato all’aumento di Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Prima dei dieci anni, i dispositivi elettronici no!”