Donne che hanno fatto la storia: Alice Guy, la prima regista (VIDEO)

Alice Guy, la prima regista donna

Ospite in collegamento: Cinzia Giorgio, direttrice di “Pink Magazine Italia

Donna di grande talento, partendo da un umile lavoro di segretaria, successivamente Alice Guy si è distinta nell’ambito del settore cinematografico. Diventa regista e produttrice. In un campo prettamente maschile, riesce a dirigere un film. Nel 1910 fonda Solax Company, uno studio cinematografico con sede nel New Jersey.

Una data che cambia il mondo: l’invenzione del cinematografo.

Parigi, 28 dicembre 1895: presso le Salon indien del Grand Café al boulevard des Capucines i fratelli Lumière invitano tante persone illustri e industriali importanti per presentare l’invenzione del secolo: il cinematografo. Si tratta di uno strumento capace di mettere in sequenza delle fotografie scattate in successione rapida rendendo l’idea del movimento. A questo evento partecipano anche l’imprenditore Léon Gaumont, operante nel settore della fotografia e la sua giovane segretaria Alice Guy.

L’uomo rimane stupefatto dall’invenzione e vuole acquistarne il brevetto. In quest’occasione Alice ha però un lampo di genio: perché non provare a “girare” alcune storie inventate proprio per il cinematografo allo scopo di mostrarle a pagamento al pubblico? L’idea è fantastica. La giovane ventiduenne decide di metterla in pratica. Con la sua amata macchina da scrivere idea le prime storie per il cinematografo.

Il primo anno di attività e il genio creativo per mano di una donna

Nel primo anno di attività Alice Guy realizza cinque piccolissimi film precursori dei cortometraggi sperimentando in solitaria molti dei mestieri che si affermeranno in futuro nel mondo del cinema. Dopo aver scritto le prime storie, si rende conto che deve trovare un’ambientazione: inizialmente fa realizzare su commissione alcuni pannelli che poi posizionerà nel suo giardino che è diventato un set cinematografico, in un secondo momento decide di cercare gli attori reclutandoli tra i suoi amici più cari e alla fine si occupa di regia e montaggio grazie alle innovazioni acquistate dal suo datore di lavoro.

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100 femminicidi nel 2024, numeri che spaventano

La violenza sulle donne è una dimensione strutturale che ogni anno ripete gli stessi numeri e le stesse modalità a fronte di una carenza di fondi per i centri antiviolenza e per le politiche a sostegno delle donne vittime di violenza. Il sistema normativo fallisce difronte alla protezione delle vittim. Il patriarcato è la causa profonda dei femminicidi e soltanto comprendendo questo, si potrà risolvere il grave problema culturale in Italia. Ma non solo.

Il coro unanime dai collettivi di Non una di menosiamo in piazza per ribadire che c’è una guerra sui nostri corpi e c’è una guerra globale in cui i Governi cercano di rafforzare costantemente la famiglia patriarcale, il concetto di patriarcato e il razzismo contro le donne”.

Il ministro Valditara contestato durante il corteo di sabato; tante le polemiche intorno alle sue parole, pronunciate in collegamento con la Camera dei Deputati durante la presentazione della Fondazione Giulia Ceccettin. Ha parlato di “visione ideologica del patriarcato” e di un “incremento dei fenomeni di violenza sessuale legati a forme di marginalità e devianza discendenti da una immigrazione illegale” Il patriarcato è vivo e vegeto, non è stato affatto sconfitto nel 1975 con la riforma della famiglia, come affermato da Valditara.

È un sistema sociale caratterizzato da 3 punti: sopraffazione, potere e violenza. Il maschilismo è invece individuale, una concezione sociale che ritiene la donna inferiore. E poi c’è il machismo, che crede di poter fare qualunque cosa su una donna (toccarla, molestarla, offenderla). Il patriarcato è quel sistema che vede quasi chiunque si occupi di informazione in Italia non in grado di rivolgersi a una donna trans utilizzando i giusti linguaggi e appellativi. Quel sistema che ancora oggi fa dire “Dottore” a un medico uomo e “Signorina” a un medico donna. Quando la declinazione al femminile di ruoli e professioni è ridotta a una barzelletta: si ride di “Ministra, Consigliera, Assessora, Avvocata”.

Lo scorso novembre 2023, avevamo detto che Giulia Cecchettin avrebbe dovuto essere l’ultima vittima della cultura del possesso. Ed invece, tante altre Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano si sono unite a questa macabra dolorosa lista. Il 93,9% dei femminicidi in Italia è compiuto da cittadini italiani (dati Ministero Interno e Istat), cresce anche il numero delle donne uccise over 70. Una donna muore ogni 3 giorni, in ambienti affettivi/familiari, per mano di partner o ex partner. La parola “patriarcato” non deve fare paura: deve far paura la parola “guerra”.

La politica, tutta la politica senza dividersi, deve aiutare le donne.

Lezioni di stile: cosa indossare per valorizzare il nostro fisico?

Cominciamo dalle basi per costruire il nostro stile. Contrariamente a quanto si crede, vestirsi ci fa divertire, ci fa star bene con noi stesse ma soprattutto ci fa sentire al top. Il primo passo da fare è individuare il nostro tipo di corporatura: siamo donne clessidra, rettangolo, mela o pera?

Nelle donne Clessidra le spalle e i fianchi hanno più o meno le stesse dimensioni e la vita è sottile con le forme classiche delle pin-up: 90-60-90. Nelle donne Rettangolo la figura ha poche curve. In genere sono snelle e longilinee come le modelle. Le donne Mela, invece, hanno poco punto vita e spesso gambe magre. Mentre le donne Pera (o Triangolo) sono di due tipi: con fianchi larghi o, al contrario, con spalle larghe e fianchi stretti, come le nuotatrici.

Una volta individuato il nostro tipo, è bene tener presente poche ma semplici regole per costruire il nostro stile: le donne clessidra non dovrebbero indossare abiti troppo corti o troppo scollati, soprattutto se hanno forme procaci: se optate per un abito corto, niente scollatura e viceversa. Le donne rettangolo stanno bene con gli abiti svasati che donino loro un tocco di femminilità. Mentre le donne Mela e Pera possono osare con gli abiti lunghi, ma rigorosamente dritti, con spacco e tacchi alti.



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