Case a donne vittime di violenza, Unione inquilini scrive a Rocca. La Regione Lazio non avrebbe ancora dato le case alle donne vittime di violenza. Malgrado esista una delibera varata nel 2020, a distanza di quattro anni ancora non si è arrivati a un punto. Unione Inquilini scrive al presidente Rocca e agli assessori Baldassarre e Ciacciarelli chiedendo una svolta
Da una parte le campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e le iniziative pubbliche di sostegno. Dall’altra, come afferma Unione Inquilini, un vuoto normativo frutto della mancata applicazione di una legge, che impedirebbe una sostanziale accoglienza di donne vittime di violenza in precarietà abitativa.
Case Ater per donne vittime di violenza, cosa succede
A far venire a galla il problema è il sindacato Unione Inquilini, che attraverso il coordinatore regionale Walter De Cesaris ha scritto al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e ai suoi assessori Simona Baldassarre e Pasquale Ciacciarelli. Stando aquanto denunciato, l’ente regionale non ha ancora approvato un regolamento che permetterebbe di dare attuazione alla delibera 204 del 2020, che si basa, a sua volta, sulla normativa fondante della legge regionale n.1 del 2020 (nello specifico il comma 136 dell’articolo 22).
La norma permette alle Ater di individuare un elenco di strutture abitative disponibili “da destinare quali alloggi per le donne vittime di violenza e per i loro figli che si trovino in condizione di particolare disagio economico”. Prevista inizialmente per fronteggiare la crisi dovuta alla pandemia, si presenterebbe tuttavia anche come uno strumento di tutela delle situazioni di fragilità, come molte di cui si occupa Unione Inquilini.
“Stiamo seguendo, tra Ostia e Fiumicino, diversi casi di donne sole, vittime di violenza – dice Emanuela Isopo, della segreteria nazionale e responsabile dell’area di Roma sud -, che si trovano in una pesante condizione di solitudine. Alcune, sotto sfratto e prossime a essere buttate in strada, sommando abbandono ed emarginazione alla drammatica situazione che hanno vissuto sulla propria pelle“.
“Se le dichiarazioni e gli impegni rimangono sulla carta, la sfiducia nelle istituzioni non può che ulteriormente allargarsi“, ha proseguito il coordinatore regionale Walter De Cesaris.