Si è conclusa oggi la prima giornata del G7 degli esteri, in chiusura dell’anno della presidenza italiana nel G7, svoltasi in un’Anagni e una Fiuggi totalmente blindate con scuole chiuse e più di 1500 agenti delle forze dell’ordine a presidiare la zona.
Oltre ai ministri degli esteri di Italia (Antonio Tajani), Francia (Jean-Noël Barrot), Canada (Mélanie Joly), Giappone (Takeshi Iwaya), Germania (Annalena Baerbock) e Inghilterra (David Lemmy) era presente anche il segretario di stato statunitense Antony Blinken e l’alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione Europea Joseph Borrell Fontelles.
G7: i temi trattati nella prima giornata
Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha dato il benvenuto alle delegazioni straniere alle 12 nella Sala Gialla del Comune di Anagni per poi visitare in corteo la cattedrale di Anagni e la Cripta di San Giorgio.
Dopodiché si è passati alle prime riunioni tecniche dove si è discusso su tre tematiche principali: il raggiungimento del cessate il fuoco a Gaza e in Libano, della stabilità del Medio Oriente e del Mediterraneo e su come reagire di fronte alla condanna della Corte Penale Internazionale nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu e del suo ex ministro degli esteri Yoav Gallant, giudicati colpevoli di crimini di guerra e crimini contro l’umanità per quanto accaduto a Gaza.
Antonio Tajani a tal proposito ha commentato: “Vogliamo raggiungere un accordo con altri Paesi G7 per avere una posizione unica. Essere uniti su questo, perché lavoriamo per la pace. Il problema è anche politico, non è solo una questione di giustizia. Dobbiamo raggiungere un accordo, dobbiamo fare il possibile per ottenere dei buoni risultati”.
Nel pomeriggio poi le delegazioni si sono spostate a Fiuggi dove, nella Sala dei Congressi, il tavolo si è allargato per fare spazio ai rappresentanti di altri stati importanti nella regione mediorientale tra cui Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Giordania. Un passo molto importante questo nel coinvolgere anche potenze regionali in un mondo che guarda sempre di più al multipolarismo.
Un G7 blindato, ma con uno sfregio al patrimonio artistico di Anagni
Scuole e uffici serrati, strade deserte, no fly zone totale, divieto di sosta per chilometri, pioggia, nebbia, desolazione. Lo scenario tra Anagni e Fiuggi era da film apocalittico. Le misure di sicurezza di questo G7 sono state elevatissime quasi a dimostrazione del momento di tensione internazionale.
Una piccola curiosità poco piacevole aggiunge delle tinte fosche ad una giornata non propriamente rilassante per i cittadini di queste due storiche località ciociare. Durante la visita al Comune di Anagni, nella Sala dello Schiaffo, la delegazione italiana ha scoperto un’incisione di qualche visitatore quantomeno maleducato su un affresco storico. Non si è perso tempo e si è fatta subito una denuncia ai carabinieri.
Domani il G7 proseguirà in mattinata a Fiuggi con la seconda macro tematica da trattare: la pace in Ucraina e la sua ricostruzione. Nel pomeriggio poi spazio anche all’Africa e alle discussioni sulla stabilità geopolitica nell’Indopacifico considerate le tensioni tra Cina e Taiwan, il tutto prima della conferenza stampa di chiusura.
Un G7 questo che pone l’Italia al centro della ricerca della stabilità internazionale in un periodo come quello corrente dove essa vacilla sempre di più.
Dopo anni il focus è tornato sul Mediterraneo e su regioni geopoliticamente parlando molto vicine al nostro Paese. La vera domanda da porsi è quanto ciò si possa rivelare solo una facciata e quanto, in realtà, lo Stato Italiano insieme con i partner europei e non possano ancora dire la loro in un contesto sempre più di difficile lettura.
Per tutti gli aggiornamenti potete visitare www.radioroma.it e www.radioroma.tv