Il personaggio del giorno: Roberto Rossellini
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico di massimo rilievo, Roberto Gastone Zeffiro Rossellini, nacque a Roma, l’8 maggio del 1906. Con pellicole come “Roma città aperta”, “Germania anno zero” e “Paisà”, contribuì ingentemente alla formazione della corrente neorealista, entrando in una delle pagine più importanti della storia del cinema italiano.
Figlio di Angiolo Giuseppe Rossellini, detto “Beppino”, grande costruttore di origini toscane, e della casalinga Elettra Bellan originaria di Porto Viro (in provincia di Rovigo), crebbe in ambienti liberali e colti e frequentò il Liceo Ginnasio Torquato Tasso e successivamente passò al Nazareno. Fu proprio il padre a costruire la prima sala cinematografica di Roma (il Barberini – un vero teatro dove era possibile guardare un film) e lasciò al figlio la possibilità di accesso limitato.
Amori folli: Il cinema e Ingrid Bergman
Anche per questo motivo, Rossellini entrò nel cinema da giovanissimo. Dopo la morte del padre, iniziò a lavorare come montatore e per un periodo di tempo, frequentò anche altri settori legati alla creazione dei film, conquistando conoscenze e competenze in tutti i campi. Nel 1938, due anni dopo essersi sposato con la scenografa e costumista Marcella De Marchis, realizzò il suo primo documentario. Grazie al grande successo ottenuto, venne chiamato ad assistere Goffredo Alessandrini, nella realizzazione di “Luciano Serra pilota” una delle pellicole italiane più importanti della prima metà del XX secolo.
“Al fine di creare realmente il personaggio che uno ha in mente, è necessario che il regista si impegni in una battaglia con i suoi attori, che normalmente finisce con la sottomissione ai loro desideri. Siccome non voglio sprecare le mie energie in questo tipo di battaglia, io uso attori professionisti solo occasionalmente”, dichiarò in una intervista. Questa fu una delle tante peculiarità che lo contraddistinsero da altri registi.
Rossellini conobbe poi una donna con la quale scrisse la storia d’amore più popolare del cinema: Ingrid Bergman. Nel 1948, la donna gli scrisse una lettera di cui rimase particolarmente colpito:
”Caro Signor Rossellini,
ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ‘ti amo’, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei.
Ingrid Bergman”
La loro relazione fu da sempre fonte di polemiche e scandali in quanto entrambi, all’epoca, erano sposati con altre persone. Hollywood, fra l’altro, non perdonava al regista italiano di aver sottratto l’attrice americana (grande diva) all’industria cinematografica. Ormai, Roberto Rossellini, era entrato nell’immaginario collettivo come un autore di notevoli capolavori, il successo era garantito.
Una vocazione multimediale
Dopo anni, entrò anche nel piccolo schermo con “Psychodrame”: “Rossellini spiega il suo passaggio dal cinema alla televisione sostenendo che quest’ultimo, essendo un medium freddo e rivolto ad un pubblico di massa, potesse comunicare meglio con lo spettatore rispetto al cinema, considerato un medium caldo e regressivo. Paragonò il cinema al ventre materno, che impediva l’esperienza ed era troppo protettivo con lo spettatore. Pensa alla televisione come mezzo didattico, in grado di comunicare la storia e trasmettere cultura in modo più efficace rispetto alla scuola e ai libri”.
Tra esperimenti continui, il regista riuscì a formalizzare il suo più grande progetto: un’enciclopedia di stampo scientifico e didattico, costruita sfruttando le potenzialità dello sviluppo tecnologico, pensiamo a “Cartesius” ad esempio. Ancora oggi il regista, viene definito letteralmente un autore di vocazione multimediale. In passato, teneva a ricordare a tutti di non essere un cineasta, sia per distanziarsi dall’industria cinematografica, in cui non era mai stato a suo agio, sia per evitare che fosse riconosciuto in una sola categoria.
Morì a causa di un attacco cardiaco il 3 giugno del 1977.
Curiosità
- Quando conobbe la Bergman, Rossellini non solo era ancora legalmente sposato con Marcella De Marchis (all’epoca, fra l’altro non esisteva il divorzio), ma aveva anche una relazione con l’immensa Anna Magnani;
- Lascio la Magnani, già da tempo sospettosa, nel peggiore dei modi: con indifferenza e freddezza le disse che avrebbe portato a spasso i cani, per poi non tornare mai più;
- Il primo sospetto, fu catturato in un momento iconico: Anna Magnani rovesciò sulla testa di Roberto Rossellini una scodella di spaghetti!