“La notte bianca” delle edicole: la richiesta disperata di aiuto
Ospite in collegamento: Enrico Iannelli, Segretario Provinciale Sinagi-Cgil
È un vero e proprio grido d’allarme quello delle edicole romane, un grido che testimonia quanto il settore sia travolto da una crisi irreversibile: le attività si sono dimezzate negli ultimi 10 anni, passando da 1000 punti vendita a poco meno di 500.
“Il Comune ci aiuti a diventare centri di servizi polivalenti”: è questa l’ultima delle richieste che fanno i commercianti che hanno organizzato una nuova iniziativa: “Notte delle edicole”.
Luci accese tutta la notte e sit-in in piazza per evitare di abbassare «per sempre» le serrande delle attività. La manifestazione è promossa dal Sinagi, il sindacato degli edicolanti, con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo politico sul problema che è ormai diventato una emergenza. I commercianti parlano di una crisi decennale: il declino delle edicole, infatti, è iniziato nel 2015: nella Capitale ce n’erano mille, oggi se ne contano a malapena 500. E così, da San Giovanni a Trastevere fino a Pietralata, neon e insegne attive fino all’alba perché “se non viene trovata una soluzione, tra qualche anno non esisteremo più” gridano i commercianti.
Centri polivalenti: la proposta per contrastare la crisi
“In 10 anni hanno chiuso la metà delle attività. E le prospettive non sono buone, – dice Iannelli auspicando che “il Comune consenta alle edicole di diventare dei centri di servizi polivalenti”. Ma di cosa si tratta nello specifico? Sarebbero strutture di riferimento per i cittadini in cui “poter fare prenotazioni del Cup o per le carte di identità, ma anche ricariche delle tessere Atac e non solo”.
Un modello che potrebbe così adeguarsi al concetto della città dei 15 minuti sostenuta dal Campidoglio e che darebbe la possibilità a questi punti vendita di continuare ad essere un punto di riferimento per il quartiere. La loro chiusura, infatti, non solo sarebbe una perdita per i residenti ma la conferma che siamo in piena desertificazione.