Il 25 novembre, il Teatro Vascello di Roma mette in scena lo spettacolo ‘SyroSadunSettimino’ di Sylvano Bussotti su testo di Dacia Maraini; un’opera che segna un punto di svolta nella storia musicale contemporanea. A cinquant’anni dalla sua prima esecuzione, l’opera ritorna sotto la direzione di Marcello Panni, che guidò anche la prima esecuzione nel 1974, affiancato dal Roma Sinfonietta e dall’Evo Ensemble. Un cast d’eccezione, che include l’attrice Manuela Kustermann e il coreografo Carlo Massari, darà vita a una performance unica che, per la prima volta, propone l’opera in forma scenica.
‘SyroSadunSettimino’ a Roma
Al centro di SyroSadunSettimino c’è la storia di un giovane nato con una sessualità ambigua, un “settimino” che lotta per realizzare il suo sogno di diventare ballerino, ma che deve confrontarsi con l’intolleranza di una società che non accoglie le differenze. Un tema che, sebbene oggi risulti più che mai attuale, negli anni Settanta rappresentava un argomento decisamente provocatorio.
L’opera verrà introdotta dalla stessa Dacia Maraini, autrice del testo, insieme a Marcello Panni e Rocco Quaglia, compagno storico di Bussotti, che condivideranno con il pubblico aneddoti e riflessioni sulla genesi dell’opera e sull’impatto che Bussotti ha avuto sulla musica contemporanea. Un’opportunità unica per scoprire il pensiero di un compositore che ha saputo mescolare tradizione e innovazione con una maestria unica. L’esperienza sarà arricchita da proiezioni tratte dal film Rara (1968/1970), che, insieme alla musica, fungeranno da scenografia mobile, portando lo spettatore direttamente nell’universo creativo del compositore.
A tre anni dalla morte di Bussotti, il 61° Festival di Nuova Consonanza celebra la sua opera e la sua straordinaria carriera. Con SyroSadunSettimino, il pubblico potrà rivivere una delle opere più significative del compositore, che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama musicale del secondo Novecento e dei primi decenni del XXI secolo. Questo ritorno all’opera, in una nuova veste scenica, non è solo un tributo al suo talento, ma anche un’occasione per riflettere su temi come l’identità, la diversità e la libertà espressiva.
