Emergenza abitativa, anziana sfrattata dall’Apsa: infuria la polemica
Ospite in collegamento: Silvia Paoluzzi, segretaria regionale “Unione Inquilini” Roma
Ci sono contraddizioni con cui abbiamo a che fare ogni giorno che, proprio perché l’uomo in fondo si abitua a tutto, neanche vediamo più. Poi ci sono quelle contraddizioni che fanno arrabbiare e per le quali si chiedono quantomeno spiegazioni. C’è un caso, quello di una donna di 65 anni, malata, che ha ricevuto uno sfratto dall’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica). Basterebbe questo, il nome dell’ente, a far sorgere una domanda: ma non è proprio il mondo religioso a professare l’importanza della solidarietà? Della necessità di aiutare i più deboli?
La storia della donna
Parliamo di una donna di 65 anni, con gravi patologie come l’agorafobia, che rischia di essere sfrattata dall’appartamento di via del Gonfalone in cui vive dal 1993. Lo sfratto, previsto con il supporto della forza pubblica, è stato disposto proprio dall’Apsa, proprietaria dell’immobile. Dopo aver ricevuto uno sfratto per “finita locazione” anni fa, era riuscita a restare nell’abitazione grazie a un accordo verbale che prevedeva un affitto maggiorato. Ora, la situazione è cambiata: l’Apsa vuole riappropriarsi dell’immobile per destinarlo ad altri usi.
“Giovedì ci sarà il terzo accesso dell’ufficiale giudiziario, questa volta con la forza pubblica – ha dichiarato Silvia Paoluzzi -. Nonostante le sue condizioni di salute e i tanti anni trascorsi in quella casa, la signora non ha accettato le soluzioni offerte dai servizi sociali e si oppone fermamente allo sfratto.”
Il caso arriva in un momento (se non altro) particolare, proprio quando Papa Francesco ha esortato le diocesi e i proprietari di immobili della Chiesa a mettere a disposizione le loro strutture per affrontare l’emergenza abitativa: parole che suonano distanti dalla realtà a cui si sta assistendo a Roma. C’era anche una mozione approvata dall’Assemblea capitolina che chiedeva al sindaco di Roma di fermare gli sfratti durante il Giubileo, ma per ora non ci sono segnali di intervento.
“Come possiamo accettare che sia proprio il Vaticano, in pieno Giubileo, a sfrattare un’anziana malata?” si domanda Paoluzzi.
