I trapianti di cuore, fegato e polmone evolvono e hanno un nuovo alleato: l’Organ Care System (O.C.S.), una tecnologia che ha trasformato il modo di gestire gli organi donati per salvare vite umane. Questo sistema innovativo permette infatti di conservare cuore, fegato e polmone in uno stato metabolicamente attivo e funzionante, simulando le condizioni fisiologiche del corpo umano.
Trapianti d’organo, i segreti dell’O.C.S
La forza dell’O.C.S. risiede nella sua capacità di mantenere gli organi caldi e perfusi, garantendo che continuino a funzionare anche al di fuori del corpo del donatore. Questo non solo consente di verificare la vitalità degli organi prima del trapianto, ma incrementa significativamente il numero di quelli utilizzabili. Un risultato cruciale, considerando l’enorme domanda di organi per i pazienti affetti da insufficienza d’organo.
Ha dichiarato in merito il dottor Waleed Hassanein, fondatore e CEO di TransMedics, l’azienda che ha ideato Organ Care System: “Ogni organo non utilizzato è una vita non salvata. Troppo frequentemente accade che gran parte degli organi donati non venga utilizzata per il trapianto a causa dei limiti derivanti dalla loro conservazione a freddo, cioè in contenitori termici con ghiaccio e questo prolungato stato ischemico, senza apporto di sangue, può causare danni permanenti agli organi. Inoltre, essendo gli organi stessi posti in tali contenitori, non è possibile valutarne la condizione e la vitalità, né su di essi è possibile intervenire al fine di ottimizzarli”, riporta l’agenzia Dire.
Certificata CE in Europa e approvata dalla Fda negli Stati Uniti, l’Organ Care System si pone come unica nel suo genere. E a Roma, al Palazzo Sturzo, è andato in scena un evento che ha riunito esperti italiani in trapiantologia, che hanno condiviso l’impatto positivo di O.C.S. nei loro settori.
Igor Vendramin, direttore della struttura operativa complessa di cardiochirurgia dell’Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale di Udine ha dichiarato: “La carenza di organi rimane forte- ha affermato- e la percentuale di pazienti che muoiono in lista d’attesa elevata. È ben noto come il cuore rappresenti l’organo più delicato a causa della ridotta tolleranza al periodo di ischemia che ne impone una selezione molto attenta, limitando fortemente il numero di cuori disponibili. L’innovazione tecnologica offerta dal sistema O.C.S. e la nuova modalità di gestione dell’organo ha aperto nuovi scenari nell’utilizzo di cuori definiti ‘marginali’, che non verrebbero utilizzati con le tecniche convenzionali, allargando il numero di pazienti trapiantabili ed offrendo, così, nuova speranza alle numerose persone in attesa di un organo“.
Ha aggiunto Marco Schiavon, della divisione di Chirurgia Toracica e Centro Trapianto del Polmone del Policlinico Universitario di Padova: “Questa situazione impone di ricorrere a donatori in morte cardiaca (CDC) o anche a coloro i cui organi hanno una idoneità marginale. In questi casi la tecnologia OCS lung viene in aiuto consentendo il trattamento e la valutazione