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La sanità si ferma domani, mercoledì 20 novembre, con uno sciopero che promette di mettere in evidenza le profonde criticità del settore. Medici, infermieri, dirigenti sanitari e altre professioni sanitarie incroceranno le braccia, causando il possibile rinvio di circa 15 mila interventi chirurgici e la cancellazione di 100 mila visite specialistiche. Complessivamente, si stima che saranno a rischio 1,2 milioni di prestazioni sanitarie, con ripercussioni significative sui pazienti.
Sciopero dei medici, aderisce anche il Gemelli
Lo sciopero, proclamato dai sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, con l’adesione di altre sigle, è un chiaro segnale di protesta contro carenze di personale e problematiche organizzative. Anche il Policlinico Gemelli, struttura privata che raramente partecipa a simili iniziative, ha deciso di unirsi alla mobilitazione, accentuando l’impatto della giornata.
Il malcontento attraversa sia il pubblico che il privato. Se la sanità pubblica lamenta una carenza cronica di personale e problemi gestionali, il comparto privato è anch’esso in difficoltà, aggravato dalla recente manovra finanziaria per il 2024. Il settore sanitario privato accreditato tornerà a protestare anche il prossimo 4 dicembre, con un’altra giornata di sciopero che interesserà in particolare i medici.
Secondo Anaao-Assomed, circa 50 mila professionisti del settore sanitario, su un totale di 119 mila, saranno in grado di aderire allo sciopero, non essendo precettati per i servizi essenziali. Tuttavia, molti medici, circa 30 mila, non potranno fermarsi nemmeno volendo, per garantire la continuità dell’assistenza in emergenza.
Nonostante lo sciopero, saranno assicurati i servizi indispensabili. Rimarranno attivi il pronto soccorso, la terapia intensiva, il servizio di emergenza 118 e gli interventi chirurgici urgenti, minimizzando i rischi per i pazienti in condizioni critiche.
Si legge in una nota congiunta dei sindacati: «È inevitabile dover alzare la voce e pretendere di essere ascoltati. Senza di noi è la salute dei cittadini a essere a rischio. Bisogna ridare dignità e valore al nostro lavoro. Si è costretti ad andare in capo al mondo per cercare colleghi disposti a prendere il loro posto nei nostri ospedali. Non sono più disposti ad accettare di lavorare in queste condizioni».