Il personaggio del giorno: Mango
Giuseppe Mango, chiamato da tutti Pino, ma più conosciuto solo come “Mango”, nacque a Lagonegro (in provincia di Potenza) il 6 novembre del 1954. Rappresenta ancora oggi, il rivoluzionario della musica leggera italiana per eccellenza.
La sua vocazione canora fu decisamente precoce, se non innata. All’età di soli sei anni infatti, faceva già parte di una cover band assieme ad uno dei suoi fratelli, Michele, il maggiore. Il genere Soul e Hard Rock furono i primi ad essere oggetto di interesse per il giovane artista, decisamente differenti da quelli che poi avrebbero dominato la sua carriera futura. I Deep Purple, Aretha Franklin e i Led Zeppelin, furono da sempre per lui, grande fonte di ispirazione, seguiti da Sting, Prince, AC/DC e Peter Gabriel.
Come si evince da tali preferenze, non aveva particolare interesse per la musica italiana. Probabilmente solo per qualche brano di Battisti. Mentre l’amore per la musica, cresceva profondamente, conquistò il diploma di geometra e si iscrisse successivamente alla facoltà di Sociologia presso l’Università di Salerno; studi che non porterà mai a termine. Nel 1975, Mango, con suo fratello Armando, si reca a Roma, con la speranza di diventare musicista professionista. In attesa di sostenere l’esame SIAE, conosce il grande Renato Zero, che dopo aver ascoltato le sue canzoni, lo presenta a Franco Migliacci, produttore di grande spessore.
Ciò che colpiva ingentemente dell’artista era la sua particolare tecnica vocale, che alcuni definivano “semi-falsetto”, seguita dall’incredibile fusione tra genere pop e rock, ma con sonorità folk e world music. Il suo capolavoro è stato successivamente definito “pop mediterraneo”. Il suo primo album fu “La mia ragazza è un gran caldo”, pubblicato nell’ottobre del 1976. Come per gran parte degli artisti più influenti, molti sono stati i momenti di sconforto: il primo fu quando dopo esser stato lasciato in giacenza a seguito di un provino e a causa degli scarsi risultati dei primi dischi, decise di abbandonare la musica e riprendere gli studi universitari.
Sarà Mogol a fargli cambiare idea. Giunto negli sudi della Fonit per sistemare gli archivi infatti, il paroliere scoprì il suo provino e letteralmente colpito, decise di incontrarlo. Allora, a chiamarlo, fu Mara Maionchi, direttrice artistica della Fonit. Tra Festivalbar e Festival di Sanremo, conquista premi e le vette di diverse classifiche. “Bella D’Estate” e “La Rondine” sono destinate a segnare il libro della storia della musica italiana.
Il suo ultimo album si intitola “L’amore è invisibile”. La sera del 7 dicembre 2014, Mango stava partecipando alla manifestazione di beneficenza “Solidarietà e integrazione: insieme costruiremo un mondo a colori”. Durante l’esecuzione di uno dei suoi pezzi più celebri, accusò un malore ed interruppe l’esibizione, scusandosi con il pubblico. Le sue condizioni apparvero da subito molto gravi e nonostante i tentativi di soccorso immediato, l’artista morì prima di raggiungere l’ospedale per un attacco cardiaco fulminante. Aveva sessanta anni.
Nello scorso Festival della Canzone Italiana, la figlia Angelina, lo ha ricordato con una straordinaria cover de “La Rondine”.