L’arte è l’anima della Capitale, e non a caso la città è stata scelta per celebrare l’importante mostra di un artista unico come Erio Baracchi (1926-2012). Si tratterà di un’esposizione di una ventina di opere scelte dal figlio Eriano, alla Sala Margana (piazza Margana, 41) che si aprirà dal 22 al 24 novembre dal titolo “L’arte della dimensione umana”.
Erio Baracchi veniva definito “incredibile creativo del mistero trascendente”, o ancora “poeta dell’anima”, perché con la sua arte, quasi fosse una poesia, è riuscito a catturare la bellezza di ciò che abbiamo di più prezioso al mondo: la vita. La visione che aveva dell’esistenza umana era ‘pura’ come quella di un bimbo che guarda il mondo, e la ‘tipica’ serenità e gioia di vivere dell’infanzia è percepibile tutt’ora attraverso le sue opere.
Mostra alla Sala Margana
I tre giorni di esposizione a Roma inizieranno il 22 novembre 2024, dalle 18 alle 21, con l’inaugurazione che sarà tenuta da Dominique Carducci Polzella, presidente della Associazione Leonardo Creation e interventi di Eriano Baracchi, che sarà presente anche nei giorni successivi. Cambiano, invece, gli orari di visita per il 23 e 24 novembre 2024, giorni in cui la mostra sarà aperta al pubblico dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.
Erio Baracchi, innovatore poeta del futuribile
L’artista era un grande innovatore d.i contenuti, interprete dell’era tecnologica e delle carettristiche di una planetarietà intesa come unico modello culturale possibile nel futuro dell’uomo. Erio Baracchi, quindi, era un sorprendente e prezioso “poeta del futuribile”. Viveva per l’arte, a tal punto da lavorare nel suo studio fino agli ultimi mesi di vita. L’artista nacque nel 1926, il 6 marzo. Visse a Modena, città divenuta sfondo del suo lavoro. Nel giardino di casa cominciò a fantasticare facendo i suoi primi disegni e schizzi, viaggiando nell’infinito con la mente. Era uomo metodico, aperto al confronto – aspetto che lo ha portato ad approcciarsi agli altri anche nella crescita della sua arte – con un profondo amore per la vita. Queste le caratteristiche che hanno fatto di Baracchi un grande artista, portandolo ad avere un linguaggio espressivo, unico e ricercato, distinguendosi per la peculiare originalità nel mondo dell’arte del ‘900 e non solo. “I suoi quadri hanno luce propria, inoltre al variare della luce le opere cambiano” spiega Eriano Baracchi.
Due aspetti sono fondamentali nella sua arte: passione e metodo, che trasmette in maniera determinata “riuscendo a trasportare lo spettatore in una dimensione di quiete, di riflessione e introspezione, fondamentali per l’essere umano” racconta il figlio Eriano Baracchi, responsabile del progetto di valorizzazione dell’artista.
La passione del figlio Eriano
Eriano, dopo un solo mese dalla scomparsa del padre, sentì il bisogno di proseguire il percorso dell’artista. Iniziò, quindi, a catalogare tutte le opere ora visibili sul portale dedicato a Erio Baracchi in un ‘museo virtuale’ diviso in categorie che abbraccia oltre 60 anni di carriera e in una monografia “Viaggio nelle geometrie dell’anima”. Nello svolgere tale attività e nell’illustrare l’intera vita del padre, Eriano racconta come “nelle opere degli ultimi due anni qualcosa cambia nella prospettiva dell’artista. I cieli iniziano ad essere cupi, probabilmente sentiva l’imminente scomparsa. Si percepisce uno stato d’animo che stava cambiando, eppure c’è sempre la Natura e una figura che guarda l’infinito”.
“Ho accettato questo invito a esporre le opere di mio padre Erio Baracchi a Roma perché sono sicuro che vi sarà un pubblico di alta qualità culturale, sensibile ad un determinato tipo di linguaggio”. A sottolinearlo è Eriano Baracchi, il quale riconosce l’importanza dell’evento e dell’impegno di tutti coloro che collaborando hanno reso possibile l’esposizione. “Ringrazio l’Associazione e il presidente Dominique Carducci Polzella per il contributo prezioso nell’organizzazione, e per aver voluto portare oltre venti quadri di Erio Baracchi nel cuore di Roma”.
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