L’ex centrocampista del Frosinone, Robert Gucher, racconta le annate dove il club ciociaro arrivò dalla C alla A durante la serie “Nostalgia 2014”. Di seguito un breve estratto riportato da Tuttofrosinone.com.
Le parole di Gucher
Poi Pisa, e Lecce prima lì e poi al Matusa. Per tutti i tifosi Frosinone Lecce è la partita. Com’è stata? Come si prepara?
“L’attesa è come quella col Perugia e da giocatore non vedi l’ora che arrivi quella partita e tutto ti carica. E’ una pressione positiva. Poi quando arrivi allo stadio ti sale l’adrenalina perché vedi già tutti allo stadio quando arrivi. E’ stata una cosa che mi vengono ancora i brividi ora, quando giochi a calcio così, vivi per questo. E la mia cosa che mi ricordo ancora di più è quando ai supplementari i tifosi volevano scavalcare, volevano entrare e io e altri ci arrampicavamo noi per dire per favore per favore se ci tolgono sta partita. Manca mezz’ora poi possiamo festeggiare. Lo speaker non lo cagava nessuno e questo mi ricorda proprio impresso. E gli ultimi momenti, penso di non aver nemmeno sentito il fischio finale, mani al cielo e.. anche l’arbitro penso sia l’unica partita che non abbia fischiato la fine”.
La Serie B me l’hai descritta come una passeggiata di salute. Dall’esterno è sembrata quasi semplice.
“Alla fine abbiamo fatto tutto il percorso con entusiasmo. Non sono mai arrivate 3/4 sconfitte di fila che dici vai in difficoltà. Ti trovavi sempre tra le 5/6 squadre di testa. Alla fine vedevi il calendario e dicevi se qua riusciamo a far qualche punto e facevi sempre punti e alla fine non c’erano più partite e la gente ti aspettava fuori. Ovviamente da dentro dovevi avere la mentalità giusta per affrontare le partite. Se facessi il paragone tra la B e la C ti direi che la B era molto molto più semplice proprio per questo entusiasmo che ti dicevo.”