Gualtieri fa chiarezza e chiede la ‘massima severità”. In merito all’inchiesta sugli appalti strade sospetti di cui si è molto parlato in queste ultime ore, il sindaco di Roma promette il pugno duro. “Nessuno deve sporcare il rilancio di Roma. Andremo avanti con coraggio”.
Gualtieri, pugno duro: “nessuno sporchi il rilancio di Roma”
Una prima parte di soldi sospetti è stata rinvenuta, ma adesso chi indaga sta continuando a seguire le tracce di altro denaro, quello delle cosiddette “mazzette”. Dunque procede l’indagine sugli appalti che riguardano, perlopiù lavori sulle strade, sui marciapiedi, in un auditorium e nelle scuole di Roma. La guardia di finanza ha trovato e sequestrato fascette di soldi nell’ordine di 15 mila euro nelle abitazioni di funzionari del comune e dell’imprenditore Mirko Pellegrini, che secondo l’accusa sarebbe il ‘dominus’ dell’associazione a delinquere contestata dai pm capitolini.
Gli accertamenti degli inquirenti fanno riferimento ad appalti affidati negli ultimi due anni, tra i quali – come confermato anche dal Campidoglio – anche alcuni ”affidamenti, tutti effettuati attraverso le procedure di legge, compresi alcuni interventi giubilari”. Si indaga su quattro gare per un totale di due milioni di euro, affidate con una gara regionale a una delle società di Pellegrini che come oggetto aveva interventi di manutenzione di banchine di alcuni ponti della Capitale.
Nel mentre Roberto Gualtieri, che si era già espresso con indignazione sul caso decidendo di aprire una indagine interna, sul palco dell’Auditorium, laddove ha presentato il rapporto alla città, ha parlato in questi termini: “Se risulterà che una sola strada non è stata rifatta a regola d’arte chiederemo massima severità contro chi ha effettuato i lavori e anche contro chi aveva il compito di controllare. Andremo avanti con coraggio e determinazione: ringrazio la magistratura che permetterà di punire eventuali irregolarità“.
Controlli a tappeto del Comune, intanto che la magistratura prosegue il suo lavoro. Analizzata, in totale, una quarantina di appalti affidati negli ultimi due anni dal Comune e altri in provincia, per un complessivo di affidamenti per 100 milioni di euro. Il sospetto è che, grazie a pubblici ufficiali compiacenti, si usasse meno materiale da cantiere del previsto facendo passare il cantiere come eseguito a regola d’arte.