Da sempre la diversità si è imposta come concetto produttore di effetti positivi per la cultura sociale ed economica. Eppure la temiamo. La temiamo tanto da essere obbligati a pensare che non esista e che dobbiamo essere, necessariamente tutti uguali. Dov’è l’errore? Dovremmo continuare a far finta che non esista, o forse dovremmo imparare ad apprezzarla, senza discriminazioni e concentrarci piuttosto sull’inclusione? Lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Danyla De Vincentiis, parent coach.
”La diversità – esordisce la De Vincentiis – viene definita come ‘ciò che non è ne uguale, ne simile, ma quindi diverso’. Quindi viene vista in senso molto ampio, comprendendo il sesso, l’entità, la religione e chiaramente, sono tutte queste sfaccettature che possono definirsi diverse a livello sociale, a generare la diversità stessa. Il Film ‘Forrest Gump’ ad esempio, non è soltanto un’espressione pubblica cinematografica della diversità, ma è soprattutto un esempio di esposizione della diversità del tutto dignitosa grazie al personaggio, necessaria a comprendere ciò che a livello sociale crea il diverso”.
Chi è il diverso?
In “Forrest Gump” il diverso, secondo Danyla, è divisivo. Divisivo a tal punto da creare una spaccatura: da una parte coloro che lo seguono iniziando a correre con lui nell’iconica scena della pellicola, e dall’altra coloro che iniziano a parlarne male. “Questa è la diversità. La diversità tende a dividere le persone. Può diventare qualcos’altro? Si! Può diventare un esempio da seguire, perchè non è nient’altro che l’unicità dell’uomo che si esprime in maniera diversa”.
“Forrest Gump”, dopo trent’anni, ancora ci insegna che “La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”. Lui è un ragazzo che per tutta la vita sa di essere diverso dagli altri, sia fisicamente, che mentalmente. E’ dotato di un coraggio fuori dal comune. Lui non ha paura delle cose nuove che si impongono improvvisamente di fronte al percorso della vita. E’ coraggioso perchè non vuole rimanere incastrato nelle abitudini consolidate.
Perchè la diversità è vista sempre in maniera negativa?
”Purtroppo quello che va detto è che la diversità genera incontrollabilità. Ciò che è diverso fa paura. Vi faccio un esempio. In una classe di asilo di bambini di due/tre anni, arriva una nuova compagnetta di colore. I genitori, iniziano a chiedere come sia questa nuova compagnetta. C’è chi dice che è ricciolina, chi dice che è simpatica, c’è chi dice che è dolce, chi dice ‘è una bimba buffa’. Nessun bambino ha detto ‘è una bimba nera’. Questo per far capire che in realtà, la diversità che diventa discriminazione è una forma di pensiero, perchè tra persone, tra esseri umani, questa diversità a livello epidermico, non c’è. Il problema non è che esiste la diversità, ma che questa viene discriminata”.
In che modo non avere paura della diversità?
Danyla ci proietta nelle Mauritius. “Li ci sono diversi popoli che vivono insieme. Hanno chiaramente religioni diverse. Ci sono Cristiani, Mussulmani ed Ebraici e molte atri. Loro sono una grande fonte a cui ispirarsi: tutti celebrano le festività di tutti. La diversità in questo caso è diventata una fonte di rispetto reciproco ed… inclusione”.