Lazio e poli tecnologici, luci e ombre di un settore all’avanguardia
Ospite in collegamento: Enrico Coppotelli, segretario generale Cisl Lazio
La fotografia scattata dal Monitor dei Poli Tecnologici del Lazio di Intesa Sanpaolo appare abbastanza chiara: il Lazio è un territorio all’avanguardia, ma il suo futuro va attenzionato e tutelato. Luci e ombre, dunque, nell’export dei poli tecnologici laziali nel secondo trimestre 2024: “se si delinea un generale incremento del 10,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, con il polo farmaceutico che segna una crescita del 21,9% e il polo ICT un più 31,6%, non va altrettanto bene per l’aerospaziale, il distretto della Ceramica di Civita Castellana e l’ortofrutticolo dell’Agro Pontino” a spiegarlo chiaramente è il segretario generale Cisl Lazio, Enrico Coppotelli.
“Il Lazio è dunque sempre di più un territorio all’avanguardia – ha sottolineato Coppotelli – ma con un futuro da preservare, così come abbiamo sottolineato presentando in Regione, la scorsa settimana, le nostre proposte per uno sviluppo generativo e partecipativo. In più, il mercato tedesco e quello americano, che hanno registrato buone performance su diversi fronti, ora sono motivo di preoccupazione e questo deve imporci riflessioni ulteriori”.
Il Comitato per lo Sviluppo
La proposta del segretario è di riattivare il Comitato per lo Sviluppo, ponendo il Consorzio Industriale Unico del Lazio al centro delle strategie di crescita: “Nell’attesa che si possano riaprire i termini per le ZES, bisogna agire con leve per la semplificazione amministrativa, il rifinanziamento delle norme per l’incremento dello sviluppo economico, della coesione sociale e dell’occupazione nel Lazio. È necessaria la ZES anche per lo sviluppo di Civita Castellana, un polo ceramico prezioso che va preservato e rilanciato coniugando l’artigianalità alle esigenze di una produzione di qualità su vasta scala”.
“L’Agro Pontino, un’area ricca di potenzialità ha pagato il prezzo di un notevole ritardo nell’attuazione di opere infrastrutturali strategiche. Bisogna agire. Le strategie per il futuro sono già in movimento: una formazione adeguata dei lavoratori dovrà fare il paio anche con nuove relazioni industriali nel segno della partecipazione per sostenere una crescita e uno sviluppo coeso e sostenibile per tutti noi”.