Nel Lazio, ogni anno, più di 3.100 persone ricevono una diagnosi di cancro al polmone, contribuendo a oltre 44.000 nuovi casi in Italia. Le prospettive di sopravvivenza a cinque anni restano sfidanti, attestandosi al 16% per gli uomini e al 23% per le donne. Tuttavia, gli avanzamenti nella diagnosi e nelle terapie stanno offrendo nuove speranze per i pazienti, con l’utilizzo di tecnologie avanzate per analizzare le caratteristiche molecolari dei tumori.
Cancro al polmone e medicina molecolare
Negli ultimi anni, la ricerca sul cancro ha compiuto importanti progressi, specialmente nella diagnosi molecolare del carcinoma polmonare. Questa patologia si suddivide principalmente in due categorie: carcinoma a piccole cellule, o microcitoma, e carcinoma non a piccole cellule (Nsclc).
Il microcitoma, che rappresenta circa il 15% dei casi, è particolarmente aggressivo e difficilmente trattabile con la chirurgia. D’altro canto, l’Nsclc, che copre circa l’85% dei tumori polmonari, presenta una varietà di sottotipi con caratteristiche molecolari uniche che permettono di utilizzare farmaci mirati.
Un esempio è alectinib, utilizzato per il trattamento di tumori con riarrangiamento del gene Alk in fase avanzata. Questo farmaco si è consolidato come terapia di riferimento per la sua capacità di inibire specifici recettori tumorali, limitando la proliferazione delle cellule maligne con effetti collaterali minimi.
Il ruolo dell’immunoterapia
L’immunoterapia ha rivoluzionato le opzioni di trattamento, offrendo risultati promettenti anche in forme avanzate di microcitoma. Studi come IMpower133 e IMbrella A hanno dimostrato che l’immunoterapia, sia da sola sia combinata con la chemioterapia, può prolungare significativamente la sopravvivenza dei pazienti e migliorarne la qualità di vita.
Recentemente, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha approvato l’uso di atezolizumab anche in forma sottocutanea, consentendo una somministrazione più agevole sia per i pazienti che per le strutture sanitarie. Il beneficio di queste terapie personalizzate risiede nella capacità di “educare” il sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule tumorali, riducendo così la progressione della malattia.
Nuovi percorsi terapeutici contro il cancro
Con la crescita delle conoscenze scientifiche, la Regione Lazio ha avviato una riorganizzazione della rete oncologica per rendere i percorsi terapeutici più accessibili e mirati alle esigenze locali.
Un gruppo di lavoro sta definendo nuovi protocolli (Pdta) per il cancro polmonare, al fine di uniformare l’accesso alle cure su tutto il territorio. Questo progetto include la diffusione dei criteri d’accesso e delle modalità di trattamento, affinché le strutture sanitarie locali possano offrire percorsi di cura standardizzati e in linea con le ultime innovazioni.
In questo contesto, incontri scientifici come “Excellence in lung cancer” sono fondamentali per aggiornare gli specialisti e favorire un dialogo costruttivo su una malattia ancora molto complessa e temuta.