Rose Bertin, la prima stilista d’alta moda della storia (VIDEO)

Rose Bertin, la prima stilista d’Alta Moda

Ospite in collegamento Cinzia Giorgio, direttrice di “Pink Magazine Italia

Nasceva il 2 luglio del 1747 in Piccardia, Marie-Jeanne Rose Bertin, la prima stilista, modista e creatrice di stile della storia.

Rose aprì Le Grand Mogol, la sua prima boutique, a Parigi nel 1770, ottenendo fin da subito un grande successo tra le nobildonne francesi. Fu la stilista ufficiale da Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, ancora prima di diventare regina di Francia.

Dopo l’incoronazione Maria Antonietta iniziò a richiedere la  presenza della Bertin ben due volte alla settimana in modo tale che le mostrasse le sue ultime creazioni. Rose sceglieva con gusto le stoffe e aveva un talento straordinario per l’accostamento dei colori. Non solo, le sue gonne à panier divennero l’emblema della moda francese in tutto il mondo.

Rose Bertin creò per la regina anche accessori e acconciature, assieme al divino Léonard, parrucchiere di corte

Fu legata a Maria Antonietta da una grande amicizia e divenne una donna molto potente alla corte di Versailles, tanto che fu soprannominata Ministro della Moda dai suoi detrattori. Le sue creazioni valicarono i confini della Francia e spopolarono anche a Venezia, San Pietroburgo e Vienna. Fu grazie a lei che Parigi divenne il principale centro della moda europea.

Durante gli anni della Rivoluzione Francese Rose Bertin si rifugiò a Londra, dove continuò a lavorare e servire i suoi vecchi clienti émigrés. Si ritirò dall’attività all’inizio dell’Ottocento, lasciando tutto ai nipoti.

Per saperne di più: Rose Bertin. La modiste de la reine

Servono tanti soldi per viaggiare? Falso!

Contrariamente all’opinione di molti, viaggiare non è un lusso riservato ai più benestanti. È vero, alcune mete hanno dei costi davvero elevati, sia per quanto riguarda i voli, sia per le varie tipologie di alloggio, ma non per questo devi rinunciarci se rientrano nella tua lista dei desideri. Ci sono molti modi di viaggiare low cost. Scopriamoli insieme e scegli il più adatto a te.

Lo sapevi che puoi dormire gratis?

Esistono piattaforme online specifiche per viaggiatori studiate per lo scambio culturale e linguistico dove le persone offrono ospitalità a casa loro, ottima soluzione per chi desidera fare nuove conoscenze, allenarsi in una lingua straniera e vivere esperienze che difficilmente riuscirebbe a fare in alloggi turistici. Chi mette a disposizione la propria casa è infatti quasi sempre una persona che ama altrettanto viaggiare e che ha piacere sincero nel semplificarlo agli altri.

Le piattaforme hanno quasi sempre un costo per l’abbonamento, prezzo facilmente ammortizzabile se facciamo un calcolo di quanto spenderemmo alloggiando in hotel, resort o B&B. Ma non si tratta solo di risparmiare soldi; si tratta anche di creare connessioni e abbracciare nuove vite e culture. Vediamo le piattaforme più famose.

CouchSurfing

Questa è sicuramente quella più utilizzata dai viaggiatori di tutto il mondo. Letteralmente significa “fare surf sui divani” proprio perché molti, non avendo una camera da letto in più, mettono a disposizione il proprio divano per qualche notte. Il costo, detto donazione, è di 14,29 euro per l’abbonamento annuale o 2,39 euro per quello mensile e non ti obbliga in alcun modo a ricambiare ospitando a tua volta. Nell’ultimo periodo, l’app sta riscontrando qualche malfunzionamento tecnico, registrando quindi cattive recensioni. Speriamo che il problema venga risolto presto (info clicca qui: CouchSurfing).

Host a Sister

È un gruppo Facebook gratuito esclusivamente femminile dedicato alle donne che preferiscono condividere l’alloggio con altre donne. Il gruppo è ideato non solo per facilitare nuove amicizie, ma anche e soprattutto per chiedere aiuto in caso di emergenza o per consigli e sostegno di qualsiasi tipo. Per questo motivo è particolarmente adatta a chi è spaventata dall’idea di viaggiare da sola – leggi l’articolo Viaggiare da sole è pericoloso? Falso!.

Workaway

È un’altra famosa piattaforma che permette a chi viaggia di prestarsi a lavori di vario tipo come: baby sittingdog o cat sitting, lezioni di madrelingua o, ancora, giardinaggio, lavori di restauro, aiuto in B&B e ristoranti a conduzione famigliare… insomma, puoi trovare l’impiego più adatto a te, il tutto in cambio di vitto e alloggio gratuiti. Il costo annuale della piattaforma è di 49,00 euro per le iscrizioni singole e 59,00 per chi si iscrive in coppia. Sì, se hai un partner potete viaggiare e lavorare insieme.

Lo svantaggio è che si ha meno libertà e meno tempo per visitare il luogo, poiché parte della giornata è dedicata al lavoro. Il vantaggio è che si può alloggiare anche per tempi più prolungati – recuperando quindi il tempo “perso”– e fare esperienze interessanti che, magari, potrebbero aprire anche altre nuove opportunità. Notare bene che a volte è richiesto un visto di lavoro (per info clicca qui: Workaway).

Letture consigliate: Il viaggio che ti cambia la vita di Jacopo di Biase

Che borsa sei? Quell’accessorio che racconta chi siamo

Una borsa non viene solo indossata ma la si sente addosso. Qualsiasi modello scegliamo è una seconda pelle, perché ci si veste in base all’umore e al proprio stile.

La borsa esprime uno stato d’animo sia quando viene scelta che quando viene progettata dal designer di turno. La Speed di Louis Vuitton, per esempio, è nata negli anni ’30 per sottolineare un viaggio on the road. Una borsa morbida in tela con il monogramma del brand e ripiegabile. Lo scopo era appunto di metterla ripiegata in valigia. Grazie a Audrey Hepburn negli anni ’60 si è aggiunta la Speed 25 e oggi ci sono quattro varianti di questo modello (30, 25, 35 e 40 cm.).

Kelly vs Birkin

Anche la Kelly di Hermès è stata creata negli anni ’30. Ci vogliono circa 20 ore per assemblare tutti i pezzi incluse le pelli e le parti meccaniche. È stata Grace Kelly, principessa di Monaco a farla diventare iconica. Nel 1956 grazie a una foto pubblicata su Life in cui la indossava per nascondere i primi mesi della gravidanza. La Birkin si chiama così per l’attrice Jane Birkin a cui è stata dedicata. Birkin voleva una borsa capiente che contenesse tutto ciò di cui avesse bisogno.

Sono borse che hanno creato un target di riferimento della donna che sceglie la Kelly invece della Birkin e viceversa. Sono soprattutto borse da liste interminabili. Samantha nell’episodio n°11 della quarta stagione di “Sex and the city” si sente rispondere dall’addetto alla vendita di Hermès: “Non è solo una borsa, è una Birkin!”.

Chanel 2.55 e The Jackie

Coco Chanel ha creato la borsa 2.55 nel febbraio del 1955 con la tracolla per lasciare libere le mani nell’indossarla. Una borsa caratterizzata dall’impuntura matelassé ispirata al mondo equestre. La 2.55 ha avuto diverse versioni di materiali nel tempo. La Jackie di Gucci nata nel 1961 segue lo stesso principio della 2.55 di lasciare libere le braccia con il manico tutt’uno grazie alla forma a hobo. Consacrata ufficialmente come The Jackie grazie a uno scatto fotografico in cui la indossava Jackie Kennedy. Tutte borse timeless che sono diventate ufficialmente una forma di investimento.

It-bag

Le it-bag del momento? La Margaux di The Row il brand delle gemelle Olsen e la Adventure in nappa di Miu Miu diventata protagonista nello streetwear delle fashion week indossata con charms di tendenza di varie forme e colori. Ci sono borse presentata ufficialmente alle Fashion Week come la Swipe bag di Coperni che è un grande blocco di cristallo Swarovski di circa dieci chili, che ha richiesto 110 ore circa di lavoro per realizzarla. Un pezzo unico irripetibile destinato a diventare un must-have.

Il reale valore di una borsa

Il valore reale di una borsa comunque è personale. C’è chi non è interessato a possedere una borsa famosa di lusso perché apprezza l’originalità e chi invece preferisce l’omologazione che identifica uno status quo. La strega di Biancaneve oggi direbbe: “Specchio delle mie brame qual è la borsa più bella del reame?”. D’altra parte una borsa è per sempre tanto che è diventato uno dei regali più gettonati e da esibire. Questo è il motivo per cui i monogrammi e le lettere identificative di un brand sono sempre più di tendenza. L’effetto globalizzazione si è imposto.

La borsa è un bagaglio emozionale

Le borse sono anche un bagaglio emozionale e racchiude tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Non importa la misura scelta perché riusciamo anche nella mini a inserire un elemento che ci caratterizza che ci rende più sicure o un oggetto portafortuna a cui non rinunceremo mai. È l’accessorio che sottolinea un look basico e/o formale. Tutti ormai abbiamo più borse da quella presa dall’armadio della mamma, quelle fatte a mano di cui abbiamo scelto ogni singolo dettaglio o di lusso. Nonostante ciò, c’è sempre una borsa che rimane la preferita.

È la borsa che indossiamo più frequentemente dove mettiamo tutto ciò che ci rappresenta per affrontare qualsiasi situazione la nostra coperta di Linus. Comunque sia una borsa sola non basta ed è inutile dire che servono tutte e non sono mai abbastanza. C’è chi preferisce la borsa nera chi gioca con li colori chi con le forme.

Ci sono teorie anche riguardo a come la si indossa. Per esempio la borsa a mano sottolinea una persona con la testa tra le nuvole. Sarà vero? Un dato di fatto è che non si è eleganti perchè si indossa una borsa firmata piuttosto che una meno conosciuta perché l’eleganza è un atteggiamento e non un look.



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