Claudio Ranieri è stato intervistato dal Corriere della Sera dove ha toccato alcuni temi tra cui la Roma allenata nel 2010 e la voglia di rimettersi in gioco. Di seguito un breve estratto.
Le parole di Ranieri
Alla fine ha quasi vinto uno scudetto. Forse, quel campionato, perso in volata con l’Inter di Mourinho, è il cruccio più grande della sua carriera.
“Sino a un certo punto. Sono pratico e fatalista. È vero che, per come si erano messe le cose, potevamo farcela. Però nessuno ricorda mai che sono arrivato a campionato iniziato e ho fatto più punti dell’Inter. Eravamo in testa, ma abbiamo perso in casa 2-1 con la Samp, una partita che doveva finire 3-0. Il calcio è così. Della Roma mi resta il cuore gonfio della mia gioia di essere romanista”.
Alla Roma ha sostituito De Rossi e Totti all’intervallo di un derby. Ha rischiato grosso…
“Ma poi abbiamo vinto. Erano troppo coinvolti e così ho responsabilizzato la squadra”.
Daniele è diventato un allenatore.
“Non me lo sarei immaginato. È un mestiere particolare. La prima dote che serve è la pazienza. Mi spiace che lo abbiano esonerato, aveva avviato un progetto”.
Quando ha lasciato Cagliari a fine maggio ha detto: sarà il mio ultimo club. Si è pentito?
“Confesso che ho voglia di rimettermi in discussione anche se ho già detto di no a più di una proposta. Vediamo se arriva la chiamata di una Nazionale. Non quella italiana: ho la massima fiducia in Spalletti”.