L’Università degli Studi Roma Tre ha oggi celebrato il regista Pupi Avati conferendogli la Laurea honoris causa in Italianistica, un riconoscimento per il suo impegno nel raccontare e diffondere l’opera e la figura di Dante Alighieri. La cerimonia si è aperta con i saluti del Rettore Massimiliano Fiorucci e gli interventi dei professori Maurizio Fiorilla e Anna Pegoretti. Successivamente, Avati ha tenuto una lectio magistralis intitolata semplicemente Dante, che ha approfondito il legame speciale tra il maestro e il Sommo Poeta.
Laura honoris causa a Pupi Avati
La passione di Avati per Dante, che si è consolidata nel corso di oltre vent’anni di studio e ricerca, ha dato vita a due opere significative: il film Dante (2022) e il romanzo L’alta fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante (2021). Questi lavori, strettamente legati anche nella sceneggiatura, testimoniano l’approfondimento del regista non solo nella vita e nelle opere dantesche, ma anche nella vasta letteratura critica sul poeta fiorentino. Il suo approccio meticoloso e il costante confronto con gli studiosi hanno arricchito un percorso di ricerca che Avati ha intrapreso con determinazione.
Avati non è nuovo alla rappresentazione del Medioevo: già con il film Magnificat (1993) aveva dimostrato una straordinaria capacità di ricostruire fedelmente l’epoca medievale, tra ambientazioni, costumi e tradizioni, che riesce a evocare con sensibilità e precisione.
Ha detto il maestro: “Devo ammettere che è una grandissima emozione arrivare con sessant’anni di ritardo a un riconoscimento di questo genere. Ho ritrovato esattamente quello che era il mio stato d’animo – quando incominciai il rapporto con l’Università a vent’anni, attendendo di diventare dottore in scienze politiche, per una carriera diplomatica. Non è accaduto niente di quello che immaginavo accadesse ed accade oggi, con un ritardo di così tanti anni, che impreziosisce questa opportunità che mi viene data”.