Bilancia commerciale post Euro. “A Viso Scoperto” puntata del 23/10/2024, con Roberto Ionta, avvocato. Trovi la puntata completa qui.
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Un futuro fuori dall’euro per l’Italia è possibile? Ci raccontano che sarebbe la catastrofe, la fine il default economico/finanziario.
Ma secondo l’avv. Ionta le cose non stanno così, in questa puntata spiega dove trovare le risorse che permetterebbero non solo di lasciare l’euro senza drammi ma addirittura per azzerare il debito pubblico italiano.
Lo scenario post Euro
Una Nazione sovrana deve per ovvie ragioni essere “padrona in casa sua”, ovvero godere di una piena sovranità, il che significa l’opposto delle privatizzazioni. Una Nazione deve essere proprietaria delle infrastrutture, delle telecomunicazioni, dell’energia, di autostrade, poste e ferrovie … E ovviamente essere padrona della propria moneta e della propria banca centrale.
Una volta avevamo tutto questo, avevamo l’IRI e il “matrimonio” tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro.
L’economista Wynne Godley sosteneva che “Il potere di emettere la propria moneta, di fare ricorso alla propria banca centrale, è la cosa principale che definisce l’indipendenza di una nazione. Se una nazione rinuncia a, o perde, questo potere, acquisisce lo status di ente locale o di colonia”.
Prima del divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, avvenuto nel 1981, tramite un semplice scambio di lettere tra l’allora ministro Andreatta e l’allora Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, quando lo Stato metteva sul mercato dei titoli di stato, nel caso una parte fosse andata invenduta, la Banca d’Italia avrebbe acquistato i titoli invenduti.
Dopo questo divorzio i titoli invenduti erano in balia dei mercati e da allora il nostro debito pubblico ha avuto un’impennata inarrestabile. Con buona pace di Romano Prodi che accettò una svalutazione della lira per entrare nell’euro, provocando un immediato impoverimento, anche se ci raccontava che con l’euro avremmo lavorato un giorno di meno e guadagnato come se avessimo lavorato un giorno in più, purtroppo è accaduto esattamente il contrario e oggi molte famiglie hanno enormi difficoltà ad arrivare a fine mese.
Tutto questo è ben evidenziato dalla bilancia commerciale che in attivo fino al 2001 per diventare passiva dal 2001 in avanti.
Uscita dall’euro: effetti sul debito pubblico
Uno dei grossi problemi dell’euro è il cosiddetto “Fiscal Compact”, ovvero il pareggio strutturale di bilancio che per i paesi con rapporto Debito/Pil superiore al 60%, come l’Italia, implica un limite al deficit annuale dell’1%, regole che il nostro Paese ha ben pensato di inserire in costituzione. Questo implica non poter spendere soldi per investimenti, ma soprattutto implica la totale sudditanza alla Commissione Europea e ai suoi diktat, oltre che a una totale dipendenza dai mercati, dalle agenzie di rating e al ormai tristemente famoso spread.
Ma implica anche disoccupazione, diminuzione salariale e un basso potere d’acquisto e per le aziende una pressione fiscale insopportabile, non a caso l’Italia né la prima in questa classifica.
Tutto questo dovrebbe far sì che il debito diminuisca, ma è vero esattamente il contrario, nonostante manovre lacrime e sangue e tagli drastici che si ripercuotono sul sociale, il nostro debito pubblico è in continua crescita. Basti pensare che l’Italia ha pagato più interessi del suo debito.
Anche per questo il debito pubblico può tranquillamente definirsi un mostro insaziabile, immaginate di avere un debito di 10.000 € e di pagare negli anni 20.000 € di interessi senza vedere diminuire il proprio debito, vi sembra normale?
Eppure, secondo l’avv. Ionta c’è un modo per uscirne azzerando il debito pubblico e tornando alla moneta nazionale senza più debiti, seguite la puntata per scoprire come.
“A Viso scoperto” va in onda tutte le sere, dal lunedì al venerdì, alle 23.00, in replica il giorno successivo alle ore 11.00 escluso il sabato mattina. Contatti: avisoscoperto@radioroma.it