Roma, si risveglia in ospedale e crede di essere nel 1980: lo shock di Luciano

Si risveglia in ospedale a Roma e crede di essere nel 1980: la storia di Luciano. Uno shock non da poco quello di guardarsi allo specchio e trovarsi invecchiato di colpo di 39 anni. Inoltre senza ricordare nulla di cosa avvenuto in quasi 4 decadi della propria esistenza. Convinto di avere ancora 24 anni si è trovato in ospedale con i capelli bianchi, moglie e figlio. Non solo ha dovuto imparare cosa fosse un telefono, ma anche scoprire che nel frattempo sua madre era morta. Proprio lei voleva chiamare quando si è svegliato in un letto d’ospedale senza capire perché i medici gli avessero dato quella strana piccola scatola per fare la telefonata.

Si risveglia in ospedale e crede di essere nel 1980: lo shock di Luciano

E’ la storia di Luciano D’Adamo, 68enne romano, raccontata questa mattina dal
Messaggero. Un’avventura che inizia nel 2019 quando Luciano viene investito da un pirata della strada, mai trovato. La vittima viene soccorsa e portata in ospedale dove fortunatamente si risveglia senza grosse complicanze fisiche. Il trauma invece ha colpito la memoria. Un vuoto totale di ben 39 anni, colmato durante la riabilitazione dall’affetto dei familiari e da qualche lampo improvviso. Ci è voluto tempo per recuperare anni di vita, di storia personale e non solo e di tecnologia. E ora Luciano lavora in una scuola, si occupa della manutenzione, ma passa anche tempo con bimbi e genitori.

L’incontro con la moglie e il figlio, poi davanti allo specchio

Un percorso faticoso iniziato con uno shock. Quello di trovarsi davanti allo specchio in ospedale con un volto che non riconosceva. Dopo l’incidente Luciano infatti ha dimenticato tutto dal 1980. Nella sua mente era ancora un 24enne quando si è alzato dal letto della corsia. Inoltre per lui l’incidente era avvenuto a Monte Mario dove viveva all’epoca e non dove è realmente accaduto nel 2019, in via delle Fornaci.

Ai medici ha chiesto di chiamare la madre, come farebbe qualsiasi ragazzo in difficoltà, ma si è trovato davanti un cellulare impossibile da decifrare per lui. Quindi l’annuncio di una visita. Nel reparto Luciano ha visto entrare una donna irriconoscibile per lui, poi un giovane uomo. Due “estranei” che invece rappresentavano gli affetti più cari per Luciano: la moglie e il figlio. Infine il ragazzo nel corpo di un adulto si è alzato per andare in bagno ed ha cominciato ad urlare. Davanti a lui nello specchio c’era l’immagine di un uomo di 63 anni.

Il ricordo che non si cancella

Una volta calmo, sono iniziate le spiegazioni. La 19enne che amava era diventata sua moglie e insieme avevano avuto un figlio oggi 35enne. Ha scoperto da romanista che la sua squadra del cuore aveva vinto due scudetti e che oggi le mappe stradali compaiono magicamente in auto su schermi digitali. E ancora ha dovuto ricostruire decenni di storia e riconoscere un mondo profondamente cambiato dai suoi ultimi ricordi.

Un lampo però gli ha riportato davanti agli occhi un nome, Matteo e l’immagine di una cicogna. Era il cartellino del primo nipotino. Un momento così emozionante che è riuscito a superare qual blocco creato dal trauma alla testa avuto durante l’incidente. “Ogni tanto qualcuno mi saluta – ha raccontato al Messaggero – e io ricambio per gentilezza, facendo finta di averlo riconosciuto”.

Una storia da film

Una storia che a qualcuno ricorderà il film Good Bye, Lenin di Wolfgang Becker che racconta la storia di Christiane che cade in coma nella Germania dell’Est poco prima della caduta del muro di Berlino. Quando si risveglia i figli fanno di tutto perché non scopra che il paese è molto diverso. Altri penseranno invece al più recente Quando di Walter Veltroni, che ha anche diretto il film con Neri Marcorè. Qui il protagonista si sveglia dal coma nel 2017, dopo oltre trent’anni, e deve imparare a vivere da adulto e in un mondo completamente trasformato.

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