Mary Quant: la storia di una stilista rivoluzionaria (VIDEO)

Il personaggio del giorno: Mary Quant

Imprenditrice, inventrice rivoluzionaria e stilista britannica, Dame Barbara Mary Quant nacque nel sobborgo di Blackheath in Gran Bretagna, l’11 febbraio del 1930. Era figlia di due professori gallesi della London University: Jack Quant e Mildred Jones, che sognavano per lei, una brillante carriera da insegnante.

Una strada anche troppo rigorosa per il carattere della Quant, che a soli sedici anni, decise di andare via di casa per trasferirsi a Londra ed inseguire una vita da bohemienne. Fu così che conobbe Alexander Plunket Greene, giovane di nobile famiglia e nipote di Bertrand Russell, smanioso come lei, di stravaganze e libertà. Tra i due ben presto iniziò una relazione particolarmente anticonformista: mangiavano quando avevano soldi, viaggiavano non appena potevano e indossavano tutto ciò che gli passasse per la testa. Mary, era innamorata delle gonne corte abbinate a stivaletti… ed Alexander si adattava senza problemi.

Uno stile di vita rivoluzionario

L’occhio da imprenditrice iniziò a svilupparsi quando, dopo che Alexander stesso ereditò una somma di denaro per il suo ventunesimo compleanno, acquistarono una casa e nello scantinato aprirono un ristorante, mentre al primo piano una Boutique Bazaar: il successo fu immediato! I due furono personalità influenti anche sui giovani del paese che desideravano respirare aria di cambiamento. Arrivò anche molto denaro non appena ad avvicinarsi alle loro attività fu anche gente del mondo dell’arte, del cinema, del teatro, dello spettacolo.

Il primo passo verso la moda per la Quant pertanto, fu proprio la Boutique “Bazaar”, nella quale vendeva capi scovati in giro o acquistati all’ingrosso. Non passò troppo tempo però, da quando la donna rimase estremamente delusa dal mercato e quindi, iniziò a mettere alla prova anche le sue doti di stilista, frequentando corsi serali di taglio e cucito, studiando modellistica e creando i primi capi iconici. Tutti gli incassi, venivano impiegati per acquistare le stoffe utilizzate poi durante la notte per dare vita a nuove creazioni. I modelli furono sempre più aggiornati mentre i prezzi sempre più accessibili. L’esperienza creata dalla Quant assieme ad Alexander fu memorabile anche per il fatto che al Bazaar, si poteva fare shopping fino a tarda serata, sorseggiare drink, e ovviamente, ascoltare della buona musica.

La minigonna e la liberazione dal perbenismo

Non avevo il tempo di aspettare la liberazione delle donne, e così sono andata avanti da sola” – dichiarò la Quant in una intervista. E’ proprio nella sua boutique londinese infatti, in cui diede il via ad una rivoluzione femminile che libererà le donne dalla moda “perbenista”, contaminata dalle austerità del dopoguerra. Lanciò finalmente la minigonna: capo che dopo non poche polemiche diventerà l’ emblema della ribellione di un’intera generazione. (Lei stessa l’aveva indossata per ricevere a Buckingham Palace, l’ onorificenza dell’Ordine dell’impero britannico dalla Regina…)

Tra le altre creazioni, anche gli “Hot Pants”, il maglione “Skinny Rib”, il reggiseno senza cuciture “Bobby Trap” e, per ultimo, ma non meno importante, il mini dress in pvc per creare l’effetto bagnato. Nel corso della sua carriera da imprenditrice, aprì molti negozi, anche di calzature, fondò la sua azienda di cosmetici attraverso “Beauty Bus” itineranti e lanciò anche una sua linea di bambole, le “Daisy Dolls”, vere e proprie “rivali” delle Barbie.

Morì all’età di novanta tre anni nella sua abitazione a Farley Green, nel Surrey il 13 aprile 2023.

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