Usura, estorsione e truffa aggravata. Questi i reati di cui sono accusati due uomini, componenti della famiglia Casamonica, arrestati questa mattina dalla Polizia di Roma nell’ambito di un’importante operazione contro la criminalità organizzata. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip del Tribunale di Roma, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica.
Casamonica, due arresti a Roma
L’inchiesta, partita nel dicembre del 2019 dopo una denuncia per estorsione presentata contro il maggiore dei due arrestati, ha portato alla luce almeno dieci episodi criminosi. Le attività criminali documentate includono estorsioni e usura, alcune delle quali commesse in concorso tra i due uomini, sempre appartenenti alla nota famiglia mafiosa Casamonica. Le indagini hanno permesso di dimostrare l’esistenza di una vera e propria associazione mafiosa, attiva nella zona dell’Appia-Tuscolana e con una base operativa nella zona di Porta Furba.
La famiglia Casamonica era coinvolta in numerosi reati, tra cui traffico di droga, estorsioni, prestiti a tassi usurari e intestazioni fittizie di beni e attività commerciali. I guadagni illeciti venivano poi riciclati, in parte tramite la vincita di ticket alle macchinette VLT, intestati al codice fiscale del 37enne, ma giocati da terze persone.
Tra i metodi utilizzati per intimidire le vittime, il principale degli indagati minacciava violenze fisiche, fino a prospettare pestaggi mortali. In alcuni casi, presentava falsi provvedimenti giudiziari per aumentare la pressione psicologica. Per quanto riguarda l’usura, le vittime venivano costrette a pagare interessi altissimi, fino al 300% del prestito ricevuto.
In una nota viene sottolineato: “Le attività investigative, inerenti alla sussistenza di un’associazione mafiosa, radicata nella zona Appia-Tuscolana, con base operativa nella zona di Porta Furba, hanno permesso di accertare che la famiglia Casamonica era dedita ad attività criminali tra cui cessione di stupefacenti, usura, estorsione intestazioni fittizie di beni ed attività commerciali, esercizio abusivo di attività finanziarie e reati in materia di armi ciò a riprova dell’esistenza del cosiddetto ‘arcipelago Casamonica’ che raggruppa vari componenti di altre famiglie collegate al noto clan”.