Nuovo risvolto del caso della Madonna di Trevignano. Sono state sequestrate dai carabinieri alla sedicente veggente Gisella Cardia due statuette. Il procuratore della Repubblica di Civitavecchia, Alberto Liguori, in una nota spiega che “le verifiche si rendono necessarie anche perché, nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda nel mese di giugno, è stato introdotto il tema degli esiti dei suddetti accertamenti tecnici con affermazioni meritevoli di approfondimenti”.
Gli oggetti erano già stati oggetto degli accertamenti condotti dal Ris dei Carabinieri nel corso delle prime indagini, ma non erano resi pubblici a causa di quelle che la Procura stessa definisce possibili “incertezze di metodo”. Ora ci si muove nell’ambito di un nuovo procedimento con l’ipotesi accusatoria di truffa in concorso.
Tutto è iniziato nel 2016 quando la presunta “veggente” aveva raccontato di ricevere messaggi dalla Madonna e che una sua statua, comprata a Medjugorje, avrebbe lacrimato sangue. Per anni nel “Campo delle Rose” a Trevignano, a nord della Capitale, si sono riuniti periodicamente numerosi fedeli. Alcuni di loro però nel tempo hanno abbandonato gli incontri e, in alcuni casi, querelato Gisella Cardia. Da settembre, il Comune ha messo i sigilli all’area e ne ha acquisito la proprietà. Un caso chiuso anche per la Santa Sede, che a giugno aveva stabilito che non si trattava di un “fenomeno sovrannaturale”.
“Il nostro compito – spiega la Procura – è quello di capire se i fedeli si sono sentiti truffati o hanno agito in ritorsione“.