Il processo di classificazione dei rifiuti, risulta attualmente, uno dei poli più importanti per garantire una tutela effettiva e concreta dell’ambiente. Questo perchè, permette di destinarli al tanto chiacchierato riciclo, oppure di smaltirli in maniera corretta. Qual è però il motivo principale per il quale siamo giunti ad una situazione così critica? Quali sono i meccanismi alla base? Cosa succederebbe se la raccolta differenziata venisse incrementata? A parlarne è il Dottor Andrea Alessandro Muntoni, ingegnere per l’ambiente.
Perchè questa situazione critica: le origini
“Le ragioni – esordisce l’ingegnere – sono diverse. Partiamo dall’origine, vale a dire dalla produzione dei rifiuti. In Italia secondo i dati dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, nel 2022, sono stati prodotti da tutti i cittadini italiani, poco meno di trenta milioni di tonnellate di rifiuti. Questo significa che ognuno di noi produce mediamente, in un anno, circa cinquecento kg di rifiuti (1,35 kg di rifiuti prodotti da ognuno di noi, su base giornaliera… “).
Raccolta differenziata: se intensificata, cosa succederebbe?
La prima legge in Italia che ha avuto come tema centrale, lo smaltimento dei rifiuti, risale precisamente al 1941, con la specifica sui rifiuti solidi urbani. Solo con il DPR 915 del 1982, venne introdotto il termine “riciclo” con i conseguenti obblighi di raccolta e riuso. “Il ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti – continua – prevede in primis che ciascun utente domestico o non domestico, riduca la produzione dei rifiuti, su base giornaliera e annua. Prevede poi, che tutti i cittadini e le imprese, debbano programmare, realizzare e perseguire i massimi valori della raccolta differenziata… Con l’entrata in vigore del Testo Unico sull’Ambiente del 2006, ogni Comune Italiano ha l’obbligo di riciclare svariate frazioni merceologiche di rifiuti: tra queste, la più importante per quantità, è la cosiddetta FORSU (Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani) o più semplicemente, ‘l’umido’.
Anche solo effettuare la raccolta dei rifiuti organici, consentirebbe a qualsiasi Comune di raggiungere percentuali di raccolta differenziata vicini al 35%. Accanto a questa frazione, c’è il legislatore nazionale, che da l’obbligo di raccogliere carta e cartone, plastica, vetro, metalli: tutte frazioni cosiddette valorizzabili… Dovrebbe arrivare in discarica, solo quella quota parte dei rifiuti che non è stato possibile raccogliere separatamente alla fonte… ”
I meccanismi: tra Legge e Pregiudizi
Stando alle parole di Muntoni inoltre, legge e pregiudizi devono entrambi e quotidianamente, fare “i conti” con i numeri, i quali rendono la problematica ancora più evidente. “Nel 2001 – aggiunge – la percentuale della raccolta differenziata a livello nazionale è sempre stata intorno al 17%. Oggi ci sono regioni italiane che superano abbondantemente il 65%. L’ultimo dato disponibile e ufficiale è relativo al 2022: la percentuale nazionale di raccolta differenziata si attestava attorno al 64/65%. Per capire ciò che sta accadendo nel Lazio, e meglio nella Capitale, vale la pena segnalare che l’Italia è divisa in tre parti: nel Nord si attestava una percentuale del 70%, mentre in Sardegna del 75%. Nel Lazio, intorno al 55%. Si segnala il Sud con il 51,5%…la Sicilia è la regione nella quale si fa più fatica ad effettuare la raccolta differenziata… “