Dopo l’interrogatorio del 10 ottobre, in seguito al quale i carabinieri hanno sequestrato due statuette “che avrebbero sanguinato” a Gisella Cardia, la sedicente veggente di Trevignano, la Procura di Civitavecchia ha fornito i chiarimenti del caso: l’ipotesi è di truffa in concorso.
La vicenda della “Madonna di Trevignano”
La controversa vicenda della “Madonna di Trevignano” ha ottenuto ampia copertura mediatica e coinvolge temi delicati come il diritto alla fede religiosa, protetto dalla Costituzione italiana. Un diritto che deve essere esercitato in modo consapevole e informato.
Sin dal 2016, la Procura di Civitavecchia ha ricordato di aver seguito da vicino la situazione, originariamente legata a presunti abusi della credulità popolare. Dopo un’archiviazione iniziale, l’indagine è stata riaperta nel 2023 a seguito di nuove denunce presentate da alcuni fedeli che in passato erano strettamente legati alla Madonna e all’associazione fondata dai coniugi Cardia.
Le indagini penali e l’ipotesi di truffa
Attualmente, l’inchiesta è stata ampliata per esaminare l’accusa di truffa in concorso. L’indagine condotta dalla Procura di Civitavecchia si è concentrata su diversi aspetti. Prima di tutto, sono state raccolte testimonianze da numerosi fedeli che hanno partecipato agli incontri religiosi, un tempo tenuti in varie chiese e successivamente trasferiti al “campo delle rose”.
Mentre molti fedeli continuano a credere nei presunti miracoli della Madonna, alcuni hanno abbandonato l’associazione e deciso di intraprendere azioni legali. Le indagini hanno lo scopo di capire se questi fedeli si siano sentiti truffati o se le denunce siano motivate da risentimento.
Accertamenti sui beni dell’associazione e sui “miracoli”
Parte fondamentale dell’indagine riguarda l’associazione legata alla Madonna di Trevignano e la gestione dei suoi beni patrimoniali. Gli inquirenti stanno esaminando la conformità dell’associazione con gli scopi sociali dichiarati e stanno verificando le fonti di finanziamento e le modalità di utilizzo dei fondi raccolti.
Un altro elemento centrale dell’inchiesta riguarda la verifica di eventi miracolosi riportati da Gisella, come le scritte in aramaico. Anche accertamenti tecnici sono stati condotti su oggetti come la statuetta della Madonna e un quadro raffigurante il Cristo, che presentano tracce di sangue, ora sottoposte a ulteriori analisi per verificare la loro autenticità.
Il chiarimento della Procura sul caso Trevignano
Il Procuratore della Repubblica di Civitavecchia ha ritenuto necessario emettere un comunicato per chiarire lo stato delle indagini, in linea con il principio della presunzione di innocenza.
L’obiettivo della Procura è di garantire che l’inchiesta penale rimanga nei confini della giustizia senza interferire con il diritto alla libertà di culto, evitando di sconfinare in ambiti riservati all’autorità religiosa.
È stato sottolineato l’importanza di informare correttamente i cittadini e i mezzi di comunicazione, al fine di limitare il divario tra sostenitori e detrattori della vicenda, assicurando un equilibrio tra diritto di cronaca e rispetto per la fede religiosa.