Maschere bianche e cartelli di protesta. Così si sono presentato oggi i precari Aifa protagonisti di un sit-in davanti alla sede dell’agenzia: “Maschere bianche senza volto: così ci presentiamo oggi di fronte al Governo Meloni, che da ormai 10 mesi continua a rimandare il riconoscimento del nostro diritto di lavoratori”, scrivono i precari Aifa in una nota.
Sit-in dei precari Aifa
Continua la nota dei precari Aifa: “Il contratto è scaduto da quasi un anno e ancora non si procede al rinnovo e alla stabilizzazione dei nostri posti di lavoro. In questo tempo abbiamo manifestato più volte per far sentire il nostro grido di dolore, un grido che racchiude dignità, difficoltà sociali ed economiche, e che rappresenta una vita precaria che sta mettendo sul lastrico 30 famiglie, senza una prospettiva chiara per il futuro”.
E ancora: “La dirigenza di Aifa e il ministero della Salute sembrano finalmente concordi nel voler risolvere la nostra situazione. Hanno infatti presentato un pacchetto normativo volto a migliorare l’organizzazione di Aifa, fortemente voluta dal Governo Meloni. Nella giornata odierna il direttore amministrativo ha incontrato una nostra delegazione, comunicandoci i dettagli di questo pacchetto che include anche un aumento della pianta organica, per un costo complessivo di poco più di 20 milioni di euro. Risolvere la nostra situazione di lavoratori precari richiederebbe poco più di 1 milione di euro. Quello che ci lascia perplessi è la condizione posta dalla dirigenza: o passa tutto il pacchetto normativo o non passa nulla. Mettere sullo stesso piano le nostre vite – lavorative, sociali ed economiche – con una serie di norme è disumano e poco edificante. Tuttavia, riconosciamo che questo pacchetto normativo è di vitale importanza”.
Conclude la nota dei precari: “Per affrontare l’enorme mole di lavoro di cui Aifa è carica servono più figure altamente specializzate che possano velocizzare i processi burocratici. Le industrie farmaceutiche, che contribuiscono con tasse elevate, si trovano a fronteggiare un iter regolatorio lento e farraginoso. Le stime indicano che il comparto farmaceutico contribuisce per il 2% del Pil. Un’Aifa più efficiente potrebbe attrarre ulteriori investimenti, incrementando così le risorse economiche. Come abbiamo detto tempo fa: investire su di noi non è un costo, ma un investimento. Ora la decisione è nelle mani del ministro Giorgetti”.