Per decongestionare il traffico, ridurre l’inquinamento e migliorare l’efficienza organizzativa, il Comune di Roma accelera sullo smart working per 9000 dipendenti. Ieri è stato raggiunto un accordo con i sindacati. Contemporaneamente, l’assemblea capitolina ha approvato una mozione, presentata dal consigliere dem Mariano Angelucci, per valutare l’estensione del lavoro da remoto e aprire un dialogo con il governo e la Regione per adottare protocolli d’intesa.
Oggi il sindaco Roberto Gualtieri ha incontrato il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, i vertici di Unindustria e le organizzazioni sindacali per ragionare sulla possibilità di attuare lo smart working anche nei ministeri e nel settore privato. La prima novità emersa nel colloquio tra Catarci e le rappresentanze dei lavoratori è lo «standard ottimale di 2 giorni» di lavoro agile su base volontaria per i dipendenti comunali (fatte salve le esigenze organizzative), al quale ha già aderito il 40 per cento del personale (il 60 per cento ha optato per un giorno).
Un altro aspetto riguarda l’introduzione dello smart working avanzato o finalizzato al raggiungimento di obiettivi, come il recupero delle pratiche arretrate o progetti di ente, per cui si potrebbe arrivare fino a cinque giorni. Nel dicembre 2022 i dipendenti in smart working erano 3.910, a giugno di quest’anno sono diventati 6.282, ma l’amministrazione punta ad arrivare a 9mila (su un totale di 22mila) entro la fine della consiliatura.