Dario Argento: il maestro del brivido (VIDEO)

Il personaggio del giorno: Dario Argento

Regista, produttore cinematografico e sceneggiatore di fama internazionale, Dario Argento, nasce a Roma il 7 Settembre del 1940. Maestro indiscusso del brivido, è considerato uno dei cineasti più importanti del panorama mondiale, dedicando gran parte della propria produzione, al fascino del genere horror e thriller.

 

Figlio d’arte, in particolare di Salvatore Argento, anche lui produttore cinematografico romano di origini siciliane e di Elda Luxardo, fotografa di moda brasiliana, da bambino si tratteneva nello studio della madre dove ebbe l’opportunità di sviluppare una fascinazione per le figure femminili, il trucco, l’illuminazione e la cura per il dettaglio.

Si iscrisse al Liceo Classico, che frequentò per soli due anni in quanto scelse ben presto di trasferirsi a Parigi, lavorando come lavapiatti. Solo nel 1957, rientrò in Italia con un immenso desiderio: quello di addentrarsi nel mondo dello spettacolo. Collaborò infatti con “L’Araldo dello Spettacolo” occupandosi di Teatro, Cinema e anche Musica. Fu un momento importante per il futuro regista: proprio in quel periodo infatti, cominciò a maturare nel contempo, un amore sconfinato per il cinema espressionista, i film horror, noir, gialli e polizeschi.

La sua avventura in questo mondo finì per diventare una passione, una necessità, una prerogativa. Si fece assumere da “Paese Sera”, come critico cinematografico. L’esordio di come regista avvenne in particolare sul set di “Un esercito di 5 uomini”, pellicola che porta la sua firma sulla sceneggiatura. Nel 1969, assieme al padre, decise di fondare una società di produzione “S.E.D.A. Spettacoli” con cui finalmente, avvia il suo primo progetto in qualità di regista. Il debutto ufficiale risale all’uscita de “L’uccello dalle piume di cristallo”, un film in cui noir, thriller e giallo generano un esplosione di reazioni positive da parte del pubblico, nonostante una accoglienza iniziale decisamente dubbiosa.

Questa sua prima opera inoltre, fu fondamentale in quanto conteneva degli elementi che successivamente il regista, avrebbe ripreso e sviluppato nelle pellicole successive: stacchi dal piano lungo al primo piano, primo piano su oggetti, occhi e colonna sonora stupefacente. Dopo una breve parentesi sul genere storico-revival, nel 1975 portò il pubblico di fronte al suo vero amore, quello per il brivido, con “Profondo Rosso”, seguito poi da “Suspiria”, “Inferno”, “Phenomena” e “Opera”, destinate a diventare successi imponenti non solo all’interno della sua carriera, ma più in generale nel mondo del cinema.

Teatro di “Inferno” fu il quartiere “Coppedè” di Roma: una scena ritrae la protagonista, interpretata da Eleonora Giorgi in piazza Mincio. Tra i fatti meno noti, anche quello che le mani del Killer di “Profondo Rosso”, come in altri firm firmati Argento, siano proprio le sue…

Senza dubbio, quello per l’ horror fu “amore a prima vista”. All’età di dieci anni, Argento si trovava sulle Dolomiti, in villeggiatura. In quell’occasione ebbe l’opportunità di vedere “Il Fantasma dell’Opera” di Arthur Lubin e ne rimase letteralmente folgorato, da quel momento, ha scritto nella sua biografia “Quella storia non mi avrebbe mai più abbandonato.. Io ero diventato il Fantasma e forse lui era diventato me”.

Sebbene sia oggi considerato un maestro del cinema, figlio di Leone, Hitchcock, Fellini ed Antonioni, che lo avevano da sempre ispirato, il regista non ha mai ricevuto molti premi e riconoscimenti, ad eccezione del Premio Speciale alla Carriera ai David di Donatello nel 2019

“L’horror stava dentro di me, ho capito subito che era la mia strada. Mi ci sentivo comodo, mi divertiva, mi piaceva immaginare quei mostri che poi erano i mostri della mia coscienza”.

Dario Argento – “La Stampa” 17 marzo 2018

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