Dopo cinque anni dal precedente bando, Ater Roma è pronta a lanciare un nuovo concorso per l’assegnazione di 180 alloggi in “social housing” a canone calmierato. Questo tipo di alloggio è destinato a quella fascia della popolazione, definita “fascia grigia”, che non ha i requisiti per accedere alle case popolari (Erp), ma non ha nemmeno la capacità economica di affrontare il mercato immobiliare privato.
Pubblicazione del nuovo bando Ater
Secondo quanto emerso, il bando è ormai chiuso e sarà presto pubblicato sul sito di Ater Roma, probabilmente entro pochi giorni.
Anche in caso di eventuali ritardi, l’obiettivo è comunque di pubblicarlo prima della fine dell’anno. L’iniziativa è stata annunciata ad aprile 2024 dall’assessore alle politiche abitative della Regione Lazio, Pasquale Ciacciarelli.
Gli alloggi che verranno messi a disposizione sono, come nel 2019, 180, distribuiti nei vari quartieri della Capitale dove Ater è presente. Le famiglie che dimostreranno di avere i requisiti richiesti saranno inserite in una graduatoria che determinerà l’accesso alle abitazioni.
Il bando Ater del 2019
L’ultimo bando di questo tipo, pubblicato a maggio 2019 sotto la giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti, prevedeva la stessa quantità di alloggi e si rivolgeva a famiglie con un reddito compreso tra i 22.697 e i 44.969 euro, un livello superiore a quello richiesto per l’accesso alle case popolari.
Gli appartamenti selezionati si trovavano in zone come Laurentino, Pietralata, Tufello e Torre Spaccata, e circa 700 persone parteciparono al bando.
Cosa chiede il Sindacato
Guido Lanciano, della segreteria di Unione Inquilini, ha espresso alcune perplessità sul bando, auspicando che venga dato più tempo ai richiedenti per presentare la domanda, almeno tre mesi rispetto ai 30 giorni del bando del 2019.
Lanciano ha suggerito di abbassare leggermente il reddito minimo per ampliare la platea dei beneficiari, includendo anche persone già in graduatoria Erp, per le quali chiede un punteggio dedicato.
L’obiettivo di questa iniziativa è fornire un’opzione abitativa più accessibile per coloro che rischiano la precarietà abitativa, mantenendo comunque la disponibilità di alloggi pubblici per chi si trova in situazioni di maggiore difficoltà economica.