In vista dell’anniversario dell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre in Israele, le autorità hanno incrementato le misure di sicurezza nel quartiere ebraico di Roma. Le aree coinvolte includono il Tempio Maggiore, il Ghetto ebraico e l’ambasciata israeliana, così come altre sedi diplomatiche collegate. L’aumento di sorveglianza risponde alla necessità di prevenire possibili minacce in una data che ricorda un tragico evento e segna il primo anniversario dell’attacco.
I cortei di protesta e i rischi nel quartiere ebraico
Il focus delle preoccupazioni è incentrato su una manifestazione nazionale promossa da diverse associazioni palestinesi a Roma. L’evento, programmato per sabato prossimo, mira a celebrare il 7 ottobre, descritto dai promotori come “la data di una rivoluzione”.
Tuttavia, la questura ha vietato il corteo per ragioni di ordine pubblico, considerando la tensione che potrebbe generare in un contesto già sensibile. Nonostante il divieto, i promotori intendono comunque scendere in piazza e hanno annunciato l’intenzione di presentare un ricorso al TAR, definendo il divieto “immotivato”.
Al momento, si attendono nuove interlocuzioni con la questura per tentare di trovare una mediazione che consenta la gestione della situazione in modo pacifico.
Le preoccupazioni per la sicurezza
Il governo italiano ha ribadito la sua posizione chiara riguardo a questo tipo di manifestazioni, sottolineando che non intende offrire una piattaforma che potrebbe favorire l’escalation di atti violenti o provocazioni in un giorno così delicato.
La decisione di vietare il corteo viene dunque giustificata con l’obiettivo di evitare possibili scontri e garantire la sicurezza pubblica, specialmente in luoghi sensibili come il quartiere ebraico e le aree diplomatiche.