A Non solo Roma è stato ospite Daniele Ricci, assessore Turismo del Comune di Canino, per affrontare la questione delle scorie nucleari che dovrebbero essere accolte nella zona della Tuscia. Per scorie nucleari si intendono quei rifiuti radioattivi che nella storia dell’industria, sono stati riconosciuti, dopo molti anni dalla loro comparsa, tossici per l’uomo o pericolosi per l’ambiente. La mappa ministeriale indica circa 50 località che potrebbero ospitare questi depositi, ma una concentrazione allarmante riguarda proprio la Tuscia, la quale si sta particolarmente mobilitando affinché ciò non accada.
“Il sito che andrà ad ospitare le scorie nucleari è uno a livello nazionale, salvo diverse indicazioni dall’Unione europea. Nell’indagine che hanno svolto i tecnici della Sogin, società incaricata di individuare le aree idonee, sono state individuate 51aree in Italia. Di queste 51, attualmente sono idonee 21 solamente nella Tuscia. È assurdo perché è come la Tuscia rappresentasse l’intera regione Lazio e tra l’altro è spropositata anche a livello nazionale.”
I cittadini, le associazioni, le categorie di consumatori, ma anche le istituzioni sono indignate di fronte tale situazione. Per questo motivo, tutti assieme, hanno pronunciato un secco ‘no’ al deposito di scorie nucleari nella Tuscia durante un incontro organizzato dal “Comitato No Scorie” tenutosi al teatro comunale di Canino, riflettendo anche sul punto che i criteri soddisfatti dalla Tuscia come territorio per ospitare queste scorie non sono del tutto chiare.
Da Canino il ‘no’ della Tuscia alle scorie nucleari
Un “NO” che quindi, viene gridato a gran voce vista anche la grande partecipazione di cittadini all’evento, i quali, su un tema così cruciale, meritano di avere la giusta consapevolezza e la giusta informazione. In un comune come Canino, così come in tante altre zone della Tuscia, c’è un terreno da preservare, la salute dei cittadini da difendere.
L’assessore faceva riferimento proprio a questo quando, nell’intervento a Radio Roma News Tv, ha elencato una serie di elementi da tutelare: “In queste aree ci sono uliveti plurisecolari, c’è la DOP, ci sono impianti di asparagi. L’acqua che scorre nel sottosuolo è un’acqua vulcanica e naturalmente gli asparagi beneficiano di questa acqua calda, utilizzata anche per impianti terminali. È un zona biologica perché, con Vulci, Canino è un’area archeologica di tombe etrusche. Quindi i criteri che sono stati utilizzati per individuare queste zone hanno dell’incredibile. È evidente che non sono delle aree assolutamente isolate o assolutamente incolte o prive di qualunque interesse, prive di qualunque beneficio o di qualunque utilizzo dal punto di vista agricolo.”
